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Cartelli del narcotraffico messicano: chi sono e cosa fanno

Creato il 27 febbraio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Genny Sangiovanni 27 febbraio 2014 in Attualità, Cronaca, Esteri, News, Società Inserisci un commento

Droga, narcotraffico, guerra tra cartelli, guerra tra polizia e narcotrafficanti, morti, morti violente, vittime innocenti o generalmente vittime. Quale è la situazione in Messico relativamente ai principali cartelli?

I cartelli, organizzazioni che gestiscono il traffico di droga in tutta l’America (nord, centro, sud) , hanno un profitto annuo di circa 13 miliardi di dollari. Mercato diffuso in tutto il continente, ma il Messico, negli ultimi 15 anni, ha avuto un ruolo centrale: la produzione ed il commercio di droga per le vie di contrabbando tra Colombia e Messico sono diventate centrali ed il Messico ha un ruolo cruciale nella gestione di tutto il mercato da quando, nel 2000, gli Stati Uniti hanno rafforzato la guerra al narcotraffico con operazioni antidroga nei Caraibi e in Florida.

Il Messico è considerato il più grande produttore di oppio del continente dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Rapporto del 2013) mentre ben il 95% della cocaina consumata negli States passa per questo paese (secondo il dipartimento di stato statunitense).

Esistono circa cinque principali cartelli della droga in Messico.

Los Zetas, indicato nel 2012 da Stratfor (agenzia per la difesa e sicurezza internazionale) come il cartello più grande e radicato sul territorio, si è formato nel 1999 dall’ala paramilitare del cartello del Golfo (nel 2010 si è separato dal cartello del Golfo). Los Zetas ha la base nello stato di Tamaulipas, nel nordovest del paese e deve il suo nome al primo capo, Arturo Guzmán Decena, conosciuto come “Z1”.

I metodi sono brutali (torture e decapitazioni) e non sono mancati episodi di abbandono dei corpi delle vittime nelle strade messicane, come avvertimento ai rivali.

Nel corso del 2013 ci sono state divisioni e lotte interne che hanno portato all’uccisione di vari capi delle fazioni o al loro arresto. Uno degli ultimi boss alla guida del cartello, Miguel Angel Treviño Morales, è stato arrestato lo scorso luglio.  Morales è stato associato a duemila uccisioni e accusato di aver contrabbandato tonnellate di cocaina e marijuana riciclando decine di milioni di dollari negli Stati Uniti. Si pensa che alla guida del cartello ci sia ora il fratello, sulla cui testa c’è una taglia di 5 milioni di dollari.

Sinaloa è un altro cartello, il nome deriva dallo stato sulla costa dell’oceano Pacifico, luogo storicamente denso di traffico di droga. Per molto tempo Sinaloa ha rappresentato il cartello più grande e potente del paese, si contende con Los Zetas il controllo delle vie di contrabbando del paese.  Questo cartello è conosciuto per corrompere gli ufficiali della polizia e i rappresentanti del governo.

Il cartello del Golfo, con base nello stato di Tamaulipas, ha perso da circa dieci anni la sua influenza, dopo l’arresto del suo leader Osiel Cárdenas Guillén nel 2004. Alcune lotte interne hanno costretto i capi a trovare riparo negli Stati Uniti (dove qualche leader è stato arrestato) indebolendo ulteriormente il cartello. Anche il cartello del Golfo è in guerra da anni con Los Zetas.

Il cartello di Juárez, invece, dopo l’uccisione di uno dei suoi capi Francisco Vicente Castillo Carrillo dal Sinaloa, ha perso parte del suo potere. L’agenzia Stratfor ritiene che il cartello di Juárez controlli i tre principali punti di accesso della città di El Paso in Texas. Per questo Sinaloa cerca di togliere all’organizzazione il controllo sulle vie.

Il Cartello Jalisco nuova generazione è l’organizzazione che cresce più rapidamente. Ex alleato di Sinaloa, quest’ultimo lo usava come gruppo paramilitare nella sua guerra contro Los Zetas. Jalisco si distingue dagli altri cartelli per lasciare, dopo i massacri e gli scontri violenti, messaggi del tipo “Basta con le estorsioni, basta con le vittime innocenti”. 

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