In sintesi - e questo veniva esplicitato già nel pannello iniziale - l'obiettivo della mostra consisteva nel presentare il modo in cui l'uomo illustra i proprio posizionamento nel mondo, nell'esperienza della vita e nelle relazioni con gli altri. Per tale ragione il discorso muoveva da sistemi di orientamento nello spazio 'oggettivi', cartografici, misurabili e comparabili - le cartine geografiche di antica e recente data, i sistemi di geolocalizzazione attuali - alla considerazione del rapporto reale-virtuale nel nostro 'situarci nel mondo, nel tempo e nella vita' e alla produzione artistica che indaga e visualizza tale seconda opzione.
Di qui, pertanto, approfondimenti artistici 'cartografici' di temi quali lo spazio fisico (ma anche politico, economico, militante), lo spazio mentale (dal pensiero ai sogni), il corpo come strumento di percezione del mondo - restituiti attraverso in primis il disegno, ma anche il collage fotografico e non, la realizzazione di teche tridimensionali e infine, perché no?, anche la danza (v. video della Serpentine Dance in conclusione a questo post).
I got up. On Kawara (1970).
Traer el mundo al mundo. Alighiero Boetti (1984). Foto: Cortesía Caixaforum
Una linea trazada caminando. Richard Long (1967). Collection Dorothee and Konrad Fischer. Foto: Cortesía Caixaforum
Autogeografía. Saul Steinberg (1966). The Saul Steinberg Foundation, New York. Foto: Cortesía Caixaforum
Joaquín Torres García. América invertida (1943). Foto: Cortesía Caixaforum
Contingent. Adriana Varejão (1998-2000).
Danse Serpentine [II] (Cat. Lumiere n765-I)(1897 - 1899). [the American dancer Loie Fuller (1862 - 1928) became famous for the veils that she twirled around her during her choreographies. Her first work, Serpentine Dance, was staged in New York in 1892 and was an instant hit. Illuminated by dozens of side projectors, Loie Fuller was able to make her body disappear under a veil several meters long, whirling on a glass square backlit by colored bulbs...]