07.05, 15 marzo 2013
Certe successioni di rumori sono talmente note che rappresentano il tema di una melodia conosciuta.
Il tintinnio dello spazzolino nel bicchiere di porcellana; sciacquone; l’acqua nel lavabo.
Mentre in cucina, sbatacchiare di stoviglie; il gorgogliare della moka.
Uno sciabattare affrettato, a due porte di distanza.
E poi, ancora in bagno, lo scrosciare del getto della doccia, un attimo dopo il macchinoso scorrere delle ante. Può quasi immaginare la sorella, scorgere oltre la nebbia di vapore la sua pelle arrossata perché lei preferisce l’acqua troppo bollente.
L’ha sentito, il getto della doccia, e sa che sua madre non l’ha udito, come sempre. E come sempre, la osservi allungarsi verso la caldaia, con la precisione temporale di un orologio svizzero e premere il tasto rosso per lo spegnimento. La caldaia cessa di sbuffare e, in bagno, l’acqua farà in fretta a raffreddarsi.
Lei non la ferma, non dice niente. Se ne chiede fuggevolmente il perché. Attende solo lo strillo – arriverà, giusto un attimo, un attimo ancora, un ultimo calore, un’espressione sorpresa, contrariata, un attimo e…. “L’acquaaaaaaaaaaaa!” Eccolo.
Il volto di tua madre si fa colpevole, la vedi sussultare e affrettarsi verso la caldaia.
“Non sapevo stessi facendo la doccia!” si inserisce come il solo del violoncello nella consueta melodia.
[Cosa è cartoline dal quotidiano]