Carver contro Carver.

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite
  • Categoria Cervello

Nel 1981 venne pubblicata la raccolta di racconti Di cosa parliamo quando parliamo d’amore (What We Talk About When We Talk About Love) di Raymond Carver.

Per molti fu considerata una rivoluzione letteraria. Il New York Times Book Review elogiò l’opera in cui il numero di parole era ridotto all’essenziale e la storia all’osso. Carver divenne da subito il massimo esponente del racconto minimalista.

Eppure lo scrittore non si riconosceva in questa definizione.

La versione minimalista dei racconti era soprattutto frutto di un editing violento e aggressivo portato avanti da Gordon Lish il quale aveva tagliato quasi della metà i manoscritti, aggiungendo, pare, molto di suo.

Undici anni dopo la morte di Raymond Carver (avvenuta nel 1988), la moglie Tess Gallagher riuscì a far ripubblicare i racconti nella loro versione originale e con il loro titolo originale: I Principianti (Beginners).

Tutto questo me lo ritrovo tra le mani io: nella sinistra I Principianti, nella destra Di cosa parliamo quando parliamo d’amore. Li ho comprati entrambi perché voglio capire. Voglio capire il lavoro di editing, quanto sia stato utile o dannoso, e voglio capire lo stato d’animo di Raymond Carver che, in una delle lettere al suo editor, implorò, dicendosi “confused, tired, paranoid, and afraid”, che la pubblicazione della sua opera fosse bloccata.

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