Casablanca di Michael Curtiz. As Time Goes By

Creato il 07 agosto 2011 da Spaceoddity
Marocco. Casablanca è un avamposto "di transito" per Lisbona, da dove i rifugiati di tutti i paesi europei occupati dal terzo Reich possono prendere il volo per gli USA, terra promessa di libertà. Casablanca si rivela, però, una catena al collo di chi cerca di fuggire, con il capitano Renault (Claude Rains), piuttosto vicino ai gerarchi nazisti e in particolare al maggiore Strasser (Conrad Veidt). La situazione si fa tesa quando a Casablanca è atteso Victor Laszlo (Paul Henreid), uomo chiave della resistenza antitotalitaria, con la moglie Ilsa Lund (Ingrid Bergman). Il luogo in cui tutti questi personaggi si incontreranno è uno dei due più importanti locali della città, il Rick's, gestito da Rick Blaine (Humphrey Bogart), un uomo avvezzo a lottare contro i regimi, un tempo innamorato di Ilsa...
C'è un mondo dietro Casablanca (1942), fortunatissimo film di Michael Curtiz, uno di quei titoli che entrano a buon diritto nel mito romantico di uomini e donne per generazioni. Va detto che Casablanca (basato su un testo di Murray Burnett e Joan Alison) è un autentico capolavoro in termini di intreccio, riprese, fotografia, interpretazione dell'immaginario durante il periodo bellico. Perfino il doppiaggio, quel suono un po' tronfio e oggi buffo, lascia un segno in chi vede questo sorprendente melodramma moderno.
Melodramma, in quanto storia di una donna - di angelica e sopranile bellezza - amata da due uomini: amata, non contesa. Victor e Rick sono due uomini che non lottano e non fanno mostra di odiarsi tra loro, come tenore e baritono dell'opera donizettiana o verdiana: ciascuno dei due fa i conti con la propria vita: Victor con un movimento internazionale di rivolta, Rick - il vagabondo delle più diverse cause di libertà - con il proprio passato e con la volta in cui fu lasciato solo alla stazione di Parigi, quando lei non venne.
Ma Casablanca non è solo una storia romantica ambientata sull'estremo versante occidentale del Sahara, come accadeva nell'esotico Marocco di von Sternberg. Cartapesta e studios o no, Casablanca è una città dove davvero si svolgono delle storie: la Storia irrompe in questa città di confine, con il suo transitorio, con l'effimero sapore del tempo che passa troppo in fretta. Il mondo entra nel film proprio mentre gli uomini e le donne cercano di proteggersi dal suo scorrere, dal suo senso: Rick, che "non ricorda" cosa abbia fatto la notte prima perché troppo lontana nel tempo, non sa ancora cosa farà in serata, perché non programma mai con tanto anticipo.
Scandito da splendide canzoni, dal jazz soft e incantato delle melodie, e celebre in particolare per il capolavoro di Frank Sinatra, As Time Goes ByCasablanca di Michael Curtiz è un film malinconico e pieno di dolore, eppure capace di equilibrio. Forse certi sentimentalismi eccessivi sono evitati proprio nel tentativo di bilanciare le parti, di essere sorprendenti. Già lo splendido sorriso del cantante Sam (Dooley Wilson) compensa l'espressione dura di Rick-Humphrey Bogart, mentre il sorriso si schiude e si rintana nelle labbra e  nelle lacrime di Ilsa-Ingrid Bergman, nell'alternarsi degli accidenti della sorte.
"Buoni" e "cattivi" si rincorrono senza sosta fino all'ultima scena e chissà quale doveva essere la fine prevista, quella fine più volte citata da Rick per una storia che non si capiva come fosse cominciata, né perché, e che nel 1942 era ben lontana dall'avviarsi al termine. Forse, forse proprio nella "cautela" narrativa stava la maggiore emozione di un film raccontato quando tutto ciò era vero e l'incertezza delle ragioni e delle vicende lacerava coscienze e vite in tutto il mondo.

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