Quando costruimmo casa, la mia richiesta fu quella della cucina grande. E con il geometra fu una lotta a colpi di centimetri conquistare pezzi di spazio rispetto alla sala. Oggi, a venti anni di distanza, resto convinta che quella quarantina di centimetri, ma anche venti, in più, non avrebbero guastato, nonostante non sia certo un ambiente angusto.
Ma in cucina, che d'estate si apre giusto giusto sul giardino, si fa tutto. Si chiacchiera, si pasticcia, si studia, si lavora, ci si ferma con gli amici, ci si chiude, ci si apre. Ci si bevono caffè e infinite tazze di the. Si fanno andare forni, bollitori, mixer e vaporiere. E naturalmente ci si mangia.
E' questa la parte più casalinga di me. Quella che attiene a cibo e cucina.
In cucina mi sono fatta mettere una mensola lungo tutta una parete solo con i libri a tema, che consulto nonostante GialloZafferano sul pc, il frigo rischia di ribaltarsi a furia di calamite, e soffro di una forma di attrazione compulsiva nei confronti degli attrezzi del mestiere.
Mi piace cucinare e sono caduta mani e piedi nella classica ritualità che contestavo a mia madre: "Cosa volete per cena"?