Casarsa: il rovescio della medaglia dell'associazionismo

Intorno al dibattito tra i candidati a sindaco svoltosi ieri sera a Casarsa, vorrei dire qualcosa sulle modalità del confronto. L'evento era organizzato dalle due pro-loco di Casarsa e San Giovanni, dal Forum democratico, nonché dall'Ascom e dalle Acli. Alcune delle domande che il  giornalista-moderatore ha posto erano state preparate anche dalle ultime due associazioni, mentre il pubblico poteva scrivere il proprio quesito su di una scheda, sottoposta al vaglio preventivo del rappresentante di una delle due pro-loco organizzatrici, ben visibile nella prima fila, il quale leggeva, mi viene da dire quasi con ostentazione, le schede raccolte, scrivendoci poi qualcosa sopra, verosimilmente il proprio parere positivo o negativo per la formulazione pubblica della domanda. A Casarsa operano più di settanta associazioni, ha detto nel corso del dibattito uno dei candidati, e quest'aspetto ne fa un esempio di coinvolgimento attivo di una larga fetta di cittadini nella vita collettiva. Assistendo al dibattito, notando le sue modalità di svolgimento, ho tratto però una sensazione di un forte controllo da parte delle associazioni che avevano organizzato l'evento, fino all'esercizio di una sorta di "censura" (forse il termine è esagerato, ma lo uso per rendere l'idea che voglio esprimere) sulle domande che provenivano dal pubblico. In sintesi, è andato in scena il rovescio della medaglia dell'associazionismo, anche perché c'é chi non è iscritto ad alcuna associazione (il diritto di associazione, va da sé, è appunto un diritto, non un obbligo) e costoro finiscono forse per essere considerati "figli di un Dio minore". L'accento sulle associazioni va bene, ma non va perso d'occhio il cittadino in quanto singolo portatore di istanze e, qualche volta, magari anche di qualche domanda scomoda, forse per le stesse associazioni.