Il bunker di circa due metri quadrati, è stato individuato nell’ambito di decine di perquisizioni che la Mobile di Caserta sta conducendo, d’intesa con la Procura Antimafia, per la cattura del super latitante del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, e il suo luogotenente Massimo Di Caterino.
Il nascondiglio si trova sotto la pavimentazione di uno sgabuzzino presente negli uffici dell’imprenditore, proprietario dell’appartamento.
L’accesso è garantito da un’apertura che, attraverso un meccanismo manuale posto su un sistema di binari, consente di spostare una porzione del solaio in cemento e del pavimento, agevolando l’entrata in una nicchia di circa un metro quadrato.
Secondo la Squadra Mobile di Caserta – guidata dal vice questore Angelo Morabito – lì, probabilmente, trovavano rifugio temporaneamente i latitanti, per sottrarsi alle ricerche delle forze dell’ordine.
Il rifugio era munito di corrente elettrica e di un artigianale sistema di illuminazione.
Il proprietario dell’abitazione, che ha piccoli precedenti, è membro di una famiglia collegata al clan Quadrano-Venosa: due suoi cugini rimasero vittima di agguati camorristici nel 1992 e nel 2004, uno zio e una cugina, il cui marito venne anch’egli assassinato in un raid di stampo mafioso nel 1992, erano divenuti collaboratori di giustizia.