Francesco mirtola, su Il Giornale di Monza
Gli Aironi chiudono. O quantomeno, la Federazione Italiana Rugby revoca la licenza
per la Celtic League al sodalizio del presidente Silvano Melegari, nato a Viadana e poi diventato un punto di riferimento per tutto il mondo ovale nel Nord Italia.
Anche Monza era rientrata nella sfera di competenza degli Aironi; la società cittadina di rugby era «fiancheggiatrice» del club di matrice mantovana e il «Brianteo» era stato teatro, non senza polemiche, delle partite di «Heineken Cup» (la Champions’ League del rugby) 2011-2012.
Cosa è successo? Gli Aironi sono uno dei due club internazionali del rugby italiano (l’altro
è la Benetton Treviso), «patrocinati» dalla Federazione e impegnati nelle competizioni
continentali. A Viadana hanno iniziato a scarseggiare i fondi ed è stato chiesto alla Fir un «anticipo» sul contributo della prossimastagione. La Federazione ha detto no ed ha revocato la licenza alla franchigia. E ora? La Fir ha necessità di trovare, entro il 25
aprile, un’altra realtà che possa essere «investita» della licenza; in caso non ci fossero «volontari», sarà la stessa Fir a gestire una squadra, a cui sarà necessario trovare una «base operativa». Possibile che si resti a Viadana (la Regione Lombardia ha
investito quasi 4 milioni di euro nella ristrutturazione del locale stadio), ma si fanno anche i nomi di Parma, Roma e… Monza.
Il capoluogo è sempre piaciuto molto ai vertici federali, sia per la «contiguità» con la piazza milanese, sia per l’interesse che la palla ovale sa suscitare in zona.
Intanto, però, un pensiero «cattivo» si fa strada. Che Monza «porti male» allo sport di alto
livello? Gli Aironi, ambiziosi e – sembrava – solidi, sono planati in Brianza, con fascino e motivazioni, salvo poi scapparne dopo un mese di polemiche, fraintendimenti e bastoni fra le ruote con il Monza Brianza per l’utilizzo dello stadio. «A Monza non torneremo mai più, almeno finché ci saranno quei dirigenti al Monza calcio», aveva detto il dg Andrea Armagni al termine della tumultuosa esperienza brianzola di «Heineken». È di poche settimane fa, invece, l’annuncio di addio della Gabeca Pallavolo, sbarcata a Monza nell’estate del 2009 portando con sé il prestigio di una serie A1 di pallavolo maschile. Contestuale all’arrivo della Gabeca, ci fu la fuga milanese del Vero Volley (squadra di pallavolo in A2 maschile).
A ben guardare, c’è anche la radiazione patita dalla Forti e Liberi pallacanestro nella
scorsa estate. Situazioni diverse, esiti paralleli: è colpa dell’onnipresente «crisi», solo casualità o Monza (istituzioni, territorio e varia umanità tutta), ha la sua parte di responsabilità?