“La distruzione delle vite dei colleghi è completa. Le migliaia degli Operatori che lavorano ogni giorno terranno tutto questo bene a mente.” “Tutto il senso del dovere e di responsabilità non riuscirà ad attenuare il senso di smarrimento e desolazione che da oggi accompagnerà in maniera ancora più pressante ciascuno delle migliaia di Poliziotti che ogni giorno è chiamato a svolgere il proprio lavoro per i cittadini. L’errore e la disgrazia sono e restano in agguato, e nessuno al mondo potrà mai cambiare tutto questo. Ma siccome il dato non importa veramente a nessuno che non svolga questo ingrato lavoro, certamente i Poliziotti sanno, e da oggi ancora di più, che a se stessi devono pensarci da soli. Intanto esprimiamo tutto il nostro grave rammarico per la totale opera di distruzione delle vite dei colleghi coinvolti nei fatti di Ferrara, capri espiatori della pressante necessità di mostrare che l’onore della divisa si difende lapidando chi la porta, pur se egli incorre in mera colpa”. E’ questo il commento amaro di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alla notizia che per il caso Aldrovandi, il 18enne morto a Ferrara nel 2005 durante un controllo di polizia, è scattato il sequestro conservativo di un quinto dello stipendio e dei beni mobili e immobili, a copertura di 1 milione 870 mila, contro i quattro agenti condannati in via definitiva per omicidio colposo a seguito della morte del ragazzo, chiamati a risarcire un danno di 467mila euro ciascuno. La Corte dei conti di Bologna, sezione giurisdizionale per la regione Emilia Romagna, ha emesso il relativo provvedimento su richiesta dalla Procura regionale della Corte secondo la quale sussisterebbe una “grave fattispecie di danno erariale subita dal Ministero dell’Interno” che, nel 2010, aveva stipulato l’atto negoziale di transazione in favore degli eredi di Federico Aldrovandi, per il riconoscimento dei danni per 2 milioni di euro. Il provvedimento, notificato in questi giorni dalla Guardia di finanza di Ferrara, ha visto il sequestro del quinto del trattamento economico (già esecutivo) e dei beni immobili ed i diritti immobiliari di proprietà dei 4 Agenti, fino alla concorrenza dell’importo di 1.870.000, quantificato a titolo di danno erariale. Ciascuno dei 4 Agenti è infatti tenuto a risarcire, in proprio, un danno di 467.000 euro. Il 9 luglio si terrà l’udienza di comparizione in cui si discuterà della convalida dell’atto di sequestro conservativo. “I colleghi coinvolti in questo caso – conclude Maccari – non hanno davvero più nulla da dare. Hanno pagato tutto e anche molto di più. Hanno subito punizioni che sono andate oltre quanto previsto dalla stessa legge. Hanno pagato con la vita personale, familiare, lavorativa. Hanno speso tutto il poco che avevano – e che non arriverà mai, è bene chiarirlo, alle cifre pretese – senza riuscire a garantirsi la tutela che spetta a tutti i cittadini comuni, e senza che valessero per loro le garanzie e la pietà che si riservano, oggigiorno, persino ai più brutali criminali. Questo strano Paese, che riserva cattedre all’università, poltrone pubbliche e colonne per editoriali sui giornali agli ex terroristi, continua a perseguitarli spingendoli pericolosamente verso l’orlo di un baratro da cui non poter più fare ritorno. Forse questo gioverà alla sete di vendetta di alcuni, forse gioverà all’immagine politica di altri, forse gioverà al mantenimento dell’indirizzo impresso da sempre a questo caso dalle campagne mediatiche. Ma non gioverà mai alla motivazione ed alla dedizione necessarie per svolgere un lavoro che nessuno, è bene dirlo lasciando da parte l’ipocrisia, riuscirà mai più a fare come dovrebbe in un clima di criminalizzazione completamente fuori misura, ben sapendo che sbagliare si può perché siamo umani, ma per questo nostro sistema chi porta la divisa umano non è”.