Caso Aldrovandi:2milioni alla famiglia

Creato il 10 ottobre 2010 da Maurizio Lorenzi

Segnaliamo, per ogni opportuna riflessione, l’articolo del Corriere della Sera del 09.10.2010.

Risarcimento dello Stato. In cambio i genitori rinunciano a costituirsi parte civile nei processi ancora in corso

IL RAGAZZO MORì NEL 2005 DURANTE UN CONTROLLO DI POLIZIA

MILANO - Quasi due milioni di euro. È il risarcimento riconosciuto dallo Stato alla famiglia di Federico Aldrovandi, il ragazzo morto a Ferrara durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005. L’accordo è stato raggiunto due giorni fa. In cambio lo Stato chiede alla famiglia di non costituirsi parte civile nei procedimenti ancora aperti sulla vicenda.

 LE REAZIONI - «È un altro passo: una tragedia così non si chiuderà mai, Federico non ce lo restituirà mai nessuno, ma l’importante è che la sua memoria sia quella giusta. Quello che mi interessava era far sapere quello che è successo, e questo è un obiettivo raggiunto» sottolinea Patrizia Moretti, la mamma di Federico. «Sono soddisfatto dal punto di vista professionale, si tratta di una ammissione di responsabilità di indubbia valenza ma anche dispiaciuto dal punto di vista umano, avrei voluto essere in appello» commenta invece Fabio Anselmo, uno degli avvocati della famiglia. Il legale ricorda che il ministero dell’Interno non era mai stato citato come responsabile civile e aggiunge che, il papà e la mamma di Federico saranno comunque in aula durante il processo d’appello.

RICONCILIAZIONE – Le responsabilità penali restano in capo agli imputati. I quattro poliziotti di pattuglia la mattina della morte di Federico sono stati condannati a tre anni e sei mesi in primo grado: eccesso colposo in omicidio colposo, l’accusa. Altri tre loro colleghi sono stati condannati per il depistaggio delle indagini (per un quarto il processo è ancora in corso). «Oggi si può iniziare a parlare di pacificazione» aggiunge l’avvocato Anselmo, ricordando che la famiglia di Federico non ha mai avuto un atteggiamento di contrapposizione nei confronti della polizia, ma ha solo lottato perché fosse ristabilita la verità su quanto gli era accaduto. «In prima fila alla proiezione ferrarese del film È stato morto un ragazzo , firmato dal giornalista Filippo Vendemmiati sulla vicenda di Federico, c’era il questore – racconta Anselmo – e anche lo stesso Manganelli è stato molto vicino alla madre». «L’associazione delle vittime delle forze dell’ordine che stiamo fondando – conclude – nasce per aiutare chi si trova in situazioni simili ed è in difficoltà. Lo scopo è chiedere aiuto allo Stato affinchè non lasci solo chi si trova in queste situazioni».

Redazione online del Corriere della sera
09 ottobre 2010


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