Scrive il Fatto Quotidiano che "il Tar del Lazio ha condannato il ministero dello Sviluppo Economico a pagare 1500 euro al giorno per le frequenze negate all'imprenditore Francesco di Stefano di Europa 7 finché non riuscirà a trasmettere dove e come promesso".
Ho parlato su questo blog già due volte e ad ogni nuova puntata la cifra che dobbiamo sborsare per il pasticcio combinato dal tandem Berlusconi-centrosinistra aumenta a dismisura.
Scrive ancora Carlo Tecce:
A GOCCIA, che scarnifica, arriva l'ennesimo conto per i cittadini: Tribunale amministrativo del Lazio, sentenza del 31 luglio 2012, il ministero per lo Sviluppo economico dovrà versare 1.500 euro al giorno a Europa 7 fin quando non riesce a trasmettere dove e come promesso. E aspettate, tenete la calcolatrice pronta, entro dicembre saprete il rimborso (milionario) totale per una presa in giro che dura anni. Quando decisero con una mano di accontentare simbolicamente Europa 7, e di fregarla con l'altra, il ministero consegnò a Di Stefano una frequenze in digitale terrestre anziché tre. Una corsia d'emergenza dove non ci passava nemmeno una bicicletta, dunque l'imprenditore abruzzese chiese al governo di ampliare lo spettro di Europa 7 con quelle frequenze definite "integrative".
IL MINISTRO ad interim che doveva sigillare la procedura si chiamava Silvio Berlusconi, e non vale nemmeno la pena citare che sia lo stesso proprietario di Mediaset, il padrone-politico che aveva soffocato in culla l'impresa di Di Stefano. Al Cavaliere seguì Paolo Romani che, annusando i rischi di un fallimento amministrativo, ordinò di sbloccare la pratica di Europa 7. Ma il ministero è lento, a volte sonnecchia, e nemmeno il Tar e il Consiglio di Stato riuscirono a smuoverlo: entro trenta giorni dovete sistemare la faccenda Europa 7, soltanto parole, non ascoltate. E così Di Stefano si è appellato di nuovo al Tar, e il tribunale laziale ha scritto un dispositivo asciutto e inequivocabile: "Dichiara ineseguita l'ordinanza [...] Nomina commissario ad acta per l'esecuzione mediante gli adempimenti e con la decorrenza stabiliti in motivazione, l'attuale direttore dell'Ispettorato territoriale della Liguria del Ministero dello sviluppo economico - dipartimento per le comunicazioni, senza facoltà di sostituzione. [...] fissa la penalità di mora in 1.500,00 per ogni giorno di ritardo, a partire dal termine indicato in motivazione". Non soltanto una multa che ogni anno si ripete e non si ferma mai, anche un commissario al ministero per fare quello che fingevano di non poter fare.
In compenso abbiamo avuto l'onore di vedere Emilio Fede fino all'ultimo secondo che è stato in onda.