Io non so se i Marò abbiano ucciso i pescatori indiani o se siano stati altri a farlo come qualcuno ipotizza calcolando le traiettorie dei proiettili. Non so neppure se, nel caso siano stati loro, abbiano fatto bene o male, anche considerando che i pescatori possano essere stati scambiati per un potenziale pericolo. Quindi è logico che ci debba essere un regolare processo per stabilire le eventuali colpe degli uni o degli altri e, se è vero quello che ci dicono, che l’incidente è avvenuto in acque internazionali e non in acque indiane, il processo pare che debba essere avviato in Italia. Mi pare che nessuno contesti questo punto. A parte gli Indiani.
Gli Indiani però si stanno comportando con il governo italiano e con la diplomazia italiana in un modo che non ammette giustificazioni, sia per quanto riguarda i tempi per decidere l’accusa, sia, a maggior ragione, per l’accusa che pare stiano per decidere: PIRATERIA! senza contare che per molto tempo ci hanno tenuti sulla corda con la possibile condanna a morte che in quel Paese è prevista per alcuni reati.
Parlare di schiaffo all’Italia è poco, perché uno schiaffo è un’azione precisa, netta. No! Qui si tratta del gioco sornione e crudele del gatto col topolino che nessun Paese al mondo può permettersi di fare con un altro Paese. A meno che questo Paese non sia l’Italia. L’Italia dei governi del barzellettiere Berlusconi, di Napolitano che complotta con Monti il quale complotta con Debenedetti per spodestare il presidente del consiglio voluto da un popolo a cui piacciono i barzellettieri, meglio se anche puttanieri, e adesso aspira ad essere governata dall’erede naturale del barzellettiere, quel Renzi di un Pd che è sempre stato molto attento a non farsi sottrarre privilegi per tenere ben oliato l’immenso apparato di partito. L’Italia che si merita internazionalmente di essere trattata per quello che è: un Paese di merda, per colpa dei papponi e dei lestofanti che la governano. Ma ricordiamoci sempre che i governanti di un Paese sono l’espressione del popolo.
IL CRONISTA
Caso Marò, India gioca con l’Italia come il gatto col topo