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Caso Moro: gravi indizi su ex funzionario di Cossiga e su CIA

Creato il 16 novembre 2014 da Giornalesiracusa
image Stando alle dichiarazioni del procuratore generale Ciampoli, in Via Fani c’erano anche i servizi segreti italiani e stranieri, oltre alle Brigate Rosse. L’uccisione di Aldo Moro, dunque, non fu un omocidio legato soltanto alle BR. Alla richiesta di archiviazione delle indagini, riguardanti le nuove piste da seguire, Luigi Ciampoli richiede l’apertura di un ”procedimento formale” a carica di Steve Pieczenik, consulente, al tempo, del ministro Francesco Cossiga. Sul diplomatico statunitense ricadono ”indizi gravi circa un concorso nell’omicidio”. La partecipazione dei servizi segreti nell’attentato è da ricollegarsi al famoso ”compromesso storico”, che avrebbe, in caso di riuscita, permesso un governo presieduto anche dai comunisti. L’uccisione di Moro, inspiegabile autogoal da parte degli estremisti brigatisti, trova, dunque, spiegazione in una manipolata congiura, oridita per destabilizzare il paese e riportarlo sotto l’ombrello Nato. Ad avallare tali partecipazioni concorrono diversi elementi. Il primo, la figura dello 007 Guglielmini, presente in via Fani, al momento del rapimento. L’ufficiale del Sismi, che si occupava di addestrare i gladiatori civili e militari in operazioni di ”sbarco e assalto” in Sardegna, dichiarò che si stava dirigendo da un collega a pranzo, il quale abitava in via Stresa. Il collega confermò la visita ma non il pranzo. Il secondo punto riguarda l’elevata prepazione militare dei brigatisti, le armi utilizzate ”in dotazione a forze armate non convenzionali” e i 34 bossoli non renumerati, in dotazione solo alle forze NATO. Con il procedimento avanzato dal procuratore Ciampoli si muovono i primi passi verso una definizione ufficiale dei fatti riguardanti il caso Moro, che vede coinvolti esponenti politici di spicco, quali Cossiga e Andreotti, collusi con i servizi segreti stranieri. Non più fantascienza o complottismo, ma ipotesi avallate da prove tangibili e fatti concreti, che si fanno strada nell’omertà legislativa e nei voluti dimenticatoi della politica italiana.

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