Caso Napolitano-Mancino: un intervento sulla magistratura poco opportuno

Creato il 22 giugno 2012 da Gaetano61

Il caso delle telefonate tra l'ex ministro Mancino e il Quirinale, nella persona del consigliere giuridico del Capo dello Stato, Loris D'Ambrosio, non può essere liquidato con un' "alzata di spalle". Mancino parla con gli uffici della presidenza della Repubblica al tempo in cui era testimone (e non ancora indagato) nel procedimento sulla cosiddetta "trattativa Stato.mafia" del 1992/93. Si dice che ci siano state anche due conversazioni dirette tra lo stesso Napolitano e Mancino. Il risultato di queste conversazioni è stata una lettera indirizzata dal segretario generale della presidenza al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, nella quale si "auspica" che quest'ultimo eserciti le funzioni di coordinamento delle indagini che  interessano tre diversi uffici giudiziari. Nel farlo, la presidenza della Repubblica fa riferimento ad un'adunanza del Csm - di cui Napolitano è presidente - nel corso della quale il tema del coordinamento delle indagini era stato trattato. In questo modo si intende fa rientrare l'intervento del Quirinale nei canoni costituzionali. La spiegazione, però, non soddisfa del tutto, perché è evidente che Napolitano si sia mosso su sollecitazione di un testimone di un'inchiesta in corso e opportunità vorrebbe, anche se si citano i verbali del Csm, che l'indipendenza della magistratura - della quale proprio il Capo dello Stato è garante - venga sempre rispettata e che la stessa (magistratura) non venga nemmeno lontanamente sottoposta a pressioni, anche indirette. Per completezza, riporto il testo integrale della lettera del segretario generale del Quirinale, Donato Marra, al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, datata 4 aprile 2012 (dal sito del quotidiano  Il Secolo XIX): 

«Illustre presidente, per incarico del Presidente della Repubblica trasmetto la lettera con la quale il senatore Nicola Mancino si duole del fatto che non siano state fin qui adottate forme di coordinamento delle attività svolte da più uffici giudiziari sulla «c.d. trattativa» che si assume intervenuta fra soggetti istituzionali ed esponenti della criminalità organizzata a ridosso delle stragi degli anni 1992-1993. Conformemente a quanto da ultimo sostenuto nell’Adunanza plenaria del Csm del 15 febbraio scorso, il capo dello Stato auspica possano essere prontamente adottate iniziative che assicurino la conformità di indirizzo delle procedure ai sensi degli strumenti che il nostro ordinamento prevede, e quindi anche ai sensi delle attribuzioni del procuratore generale della Cassazione fissate dagli artt. 6 D.Lgs. 106/2006 e 104 D.Lgs. 159/2011; e ciò specie al fine di dissipare le perplessità che derivano dalla percezione di gestioni non unitarie delle indagini collegate, i cui esiti possono anche incidere sulla coerenza dei successivi percorsi processuali. Il presidente Napolitano le sarà grato di ogni consentita notizia e le invia i suoi più cordiali saluti, cui unisco i miei personali».

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