Dopo il nostro articolo sono state troppo poche le reazioni e ci stavamo molto preoccupando. Abbiamo sollecitato le associazioni e c'è stato il silenzio, abbiamo sollecitato l'assessore alle attività produttive e c'è stato il silenzio. Le uniche repliche erano venute dal Primo Municipio: una piuttosto stizzita ma composta del presidente Sabrina Alfonsi, che per risponderci si era fatta impapocchiare un documento da quegli stessi uffici che avevano confezionato il bando-truffa (trovate tutto nel link qui sopra); e una molto meno composta da parte dell'assessore al commercio del Primo Municipio Jacopo Pescetelli il quale - potete trovare tutto sul suo profilo Facebook ammesso e non concesso che dopo stamattina non abbia per dignità cancellato - ci ha preso per un paio di giorni di fila a male parole e a insulti pur di difendere l'indifendibile di un bando che oggi è finalmente all'attenzione della città.
La Mozzetti è andata a bussare a diverse porte. La Confcommercio, la Federazione Italia Pubblici Esercizi, gli assessorati al commercio di Comune e Municipio, le associazioni di cittadini. A parte le dichiarazioni sgangherate di Pescetelli il quale interpreta il suo ruolo come "abbiamo fatto del nostro meglio" (e evitiamo di commentare per carità di patria), il resto dei virgolettati e dei titoli che un giornale di peso come Il Messaggero ha voluto porre, prima pagina inclusa, è di gran peso. La Mozzetti ha fatto parlare tutti. Fabio Spada della Fipe spiega come tecnicamente il Primo Municipio abbia utilizzato lo strattagemma della "fiera" per escludere tutti coloro che non fossero già presenti in questa piazza, un trucchetto vergognoso che non farà altro che riconsegnare Piazza Navona agli stessi operatori che l'avevano squalificata, che l'avevano umiliata, che l'avevano sfregiata l'anno scorso e che avevano dunque generato il problema che ha portato alla necessità di un bando. Un vero paradosso: fai un bando per liberarti di gente scadente e lo scrivi in modo che solo la gente scadente possa parteciparvi e vincere. Cosa c'è di più ridicolo e indifendibile? E illustra, sempre Spada, in maniera tecnica, come sarà facilissimo, grazie a questo bando, per i vincitori, somministrare agli avventori e ai frequentatori della Festa del cibo banale e mediocre. Non ci dimentichiamo, infatti, che il bando è scritto in maniera tale da rendere totalmente inutili i requisiti di qualità: tutti li possono raggiungere senza alcuna difficoltà autocertificando ciò che il bando chiede. E così se l'asticella della qualità si abbassa fino a livello del terreno, quello che assume peso decisivo è solo l'anzianità: un giochetto niente male. Tuttavia finalmente smascherato.
Notevoli le dichiarazioni di Rosario Cerra, bravo presidente di Confcommercio. Lui spiega come questo bando tenga alla larga la qualità e come mortifichi le tante eccellenze che durante questi 7 lunghissimi anni di crisi hanno resistito in città oppure sono nate ex novo rischiando e stringendo i denti. Una cosa imperdonabile da parte del Primo Municipio che tante di queste realtà ospita entro i propri confini; un insulto all'economia del territorio; un pregiudizio per chi può avere voglia di investire: leggendo queste vicende la voglia, semplicemente, passa. Le dichiarazioni di Cerra valgono il doppio di tutte le altre perché Cerra è a capo di una associazione di categoria che comprende anche gli ambulanti. Questo significa che - come abbiamo sottolineato non appena è stato pubblicato (anzi sono pubblicati solo gli allegati, il bando non è mai andato online e cliccando sulla Determina Dirigenziale dà errore) - l'avviso pubblico è scritto coi piedi. Ma come, proprio ora che le associazioni, dopo anni di sciatteria, guardano alla qualità come chiave di lettura per dare un ruolo alla città e uscire dalla crisi, il Comune volta la testa dall'altra parte e dà priorità a anzianità, diritti acquisiti e lobby? E' imperdonabile.
Ma non è finita qui. Ci sono anche i cittadini. E c'è Viviana Di Capua, capa dei residenti del centro storico da decenni, la quale - esattamente come Marta Leonori - è stata raggirata durante la conferenza stampa di presentazione. Cosa è successo? Ve lo abbiamo già raccontato nel nostro primo articolo: la conferenza si è svolta al mattino, la pubblicazione del bando-truffa è avvenuta però la sera. Le persone presenti alla conferenza stampa non sapevano delle polpettine avvelenate inserite nel bando e così hanno presenziato, si sono fatte fotografare, hanno rilasciato - sulla fiducia - dichiarazioni entusiastiche sulla "svolta" e sulla "festa finalmente dedicata ai bambini": una trappola! Viviana Di Capua è stata addirittura citata, tipo: "grazie anche a lei siamo potuti andare avanti in questa battaglia di decoro e qualità". Si, come no... E ora la Di Capua si toglie qualche sassolino, anzi qualche sercio: secondo l'articolo del Messaggero ma anche secondo un lancio dell'Agenzia Dire - e speriamo che questo corrisponda al vero - la Di Capua avrebbe interessato Alfonso Sabella, l'assessore alla legalità, per un controllo sul bando-truffa visto che in tutta evidenza l'avviso pubblico esclude de facto qualsiasi possibilità di concorrenza e merito. E speriamo che Sabella dica la sua quanto prima.D'altro canto la città ha annullato in autotutela alcune dozzine di bandi in questi ultimi mesi, non si capisce quale sia il problema ad annullare pure questo. Occorre muoversi nel più breve tempo possibile però.Insomma Fabio Spada, Rosario Cerra, Viviana di Capua. Chissà se tutte queste persone, che dicono - anche con più forza - grosso modo quello che dicevamo noi, si piglieranno gli insulti e i goffi improperi che l'assessore al commercio del Primo Municipio Emiliano Pescetelli ci ha riservato nelle ultime 48 ore... E chissà se gli stessi insulti se li meriterà anche Marta Leonori, che chiude l'inchiesta de Il Messaggero bollando - eufemisticamente - come "poco coraggioso" il lavoro del Primo Municipio.In realtà Marta Leonori dovrebbe essere ben più incaxxata. Operando a favore delle lobby, operando con la paura di pestare i piedi a potentati consolidati in città, il Primo Muncipio impedisce all'assessore (e al sindaco Marino, che forse dovrebbe ora esprimersi con chiarezza a riguardo) di imprimere svolta e cambiamento su questo importante ambito. La Festa della Befana di Piazza Navona è una vetrina nota internazionalmente e cambierà registro, forse, nel 2025, quando sicuramente ne Marino ne Leonori ci saranno più. Un'occasione persa inenarrabile per questa consiliatura e per questa generazione politica, in una città che nonostante tutto continua dunque a muoversi alla stessa maniera in cui si muoveva nell'era pre-Mondo di Mezzo. Davvero Marta Leonori può limitarsi a qualche dichiarazione infastidita sui giornali? Davvero può permettersi di non interessare il Sindaco e, a sua volta come stanno facendo financo i residenti, l'assessore alla legalità? Davvero può consentire a personaggi che avrebbero la struttura e le spalle al massimo per amministrare un condominio di raggirarla impedendole di emergere per quello che si merita di essere ovvero l'assessore alle attività produttive che sta per prima affrontando le annose questioni degli ambulanti, dei cartelloni, dei mercatini, delle bancarelle e altre metastasi di una città praticamente uccisa dalle lobbies? Sul serio Marta Leonori si fa stoppare così? Sarebbe grave e sarebbe complice con chi ha deciso di chinare il capo di fronte a squallide pressioni.Cosa bisogna fare? In primis ritirare il bando e riscriverlo. Subito e rapidamente, anche se seguendo il ragionamento dei bravi amici di Diario Romano ci si potrebbe prendere anche un po' di tempo visto che su Piazza Navona il bando dello scorso anno (quello rispetto al quale i bravi commercianti che ora il Primo Municipio vuole premiare non ritirarono neppure le autorizzazioni) vige ancora quest'anno e anche il prossimo! In secundis, e qui l'appello è a Matteo Orfini, rivedere il personale politico che è stato messo a sovraintendere partite cruciali nei municipi. Se un qualsiasi assessore non è all'altezza di resistere alle lobbies, se ancora nel 2015 gli uffici municipali scrivono evidenze pubbliche su misura per le vecchie mafiette infischiandosene degli input politici che vanno nella direzione esattamente opposta e se, infine, invece di ostacolare questo andazzo lo si difende a spada tratta, forse è il caso - come il Commissario del Pd ha sottolineato nei giorni scorsi - di ruotare alcuni ruoli e di mettere negli assessorati chiave dei Municipi persone strutturate, lucide, dotate di una visione di città e capaci di sorreggere il peso del cambiamento. Vale ovviamente per tutti i Municipi e per tutti gli assessorati: questo caso è solo un esempio, uno dei tanti (lo diciamo a beneficio di Jacopo Pescetelli che non ha mancato di minacciarci di querela).E' sempre una questione di soldi. Follow the money. Quanto vale la Befana di Piazza Navona? Davvero pensiamo che un banco incassi meno di 2, 3 o 4mila euro al giorno? Teniamoci bassi: 2mila euro al giorno. Moltiplicate per 60 banchi e fanno 120mila euro al giorno (diamine, stiamo terribilmente bassi, ma procediamo). 120mila euro moltiplichiamoli per i 30 giorni di durata della festa e siamo a 3 milioni e 600mila euro. Il tutto va moltiplicato per 10 anni perché questa è la durata della concessione: siamo insomma parlando di un affare da almeno 36 milioni di euro. Tutti nelle mani di una o poche famiglie come la Mozzetti de Il Messaggero spiega alla perfezione: secondo voi una famiglia o un clan fa o non fa pressioni indebite quando ci sono di mezzo una quarantina di milioni di euro? Certo che le fa, ed è anche fisiologico. Ecco perché dall'altra parte ci deve essere chi non si caga addosso quando le lobbies bussano alla porta. Chiaro, no?
Ora avete capito perché si parla, sulle cronache nazionali e locali, di una cena del sindaco da 200 euro, di uno scontrino non correttamente riscontrato o della risposta del Papa ad un cronista che ha posto una domanda scorretta? Per togliere spazio e coprire scandali da decine di milioni di euro come questo. Scandali che si continuano a perpetrare esattamente come se nulla fosse accaduto a Piazzale Clodio a partire da dicembre 2014. Ecco il gioco della macchina del fango contro il sindaco: serve a coprire le magagne, quelle vere, quelle che ipotecano la città per anni e anni. Magagne peraltro attribuibili, attenzione, al sindaco stesso, che non riesce a far rigare dritti collaboratori e personaggi della sua stessa maggioranza nei Municipi e negli uffici.Ci aspettiamo grandi svolte su questa partita che, finalmente, dopo l'inchiesta del Messaggero non può essere più ignorata. Se però Marta Leonori si dimostrerà incapace di risolvere questo bubbone, il giudizio sulla sua capacità di determinare svolte e cambiamenti nella direzione della qualità e della reale concorrenza in chiave europea non potrà che cambiare radicalmente.
Nel frattempo, dopo l'approdo sui giornali, la faccenda domani arriverà nelle aule: è pronta ad essere depositata, secondo quanto Roma fa Schifo è in grado di anticipare, una dura interrogazione sulla faccenda a firma del Movimento 5 Stelle. Interrogazione sia in Assemblea Capitolina sia nel consiglio del Primo Municipio.