La Maya Desnuda di Francisco Goya
di Nico Grilloni. Vergogniamoci! Si, se avessimo ancora un residuo di orgoglio dovremmo vergognarci per quanto è accaduto a Roma durante e dopo la visita del presidente dell’Iran.
Nelle sale del Campidoglio, le statue delle Veneri capitoline sono state infatti ricoperte da veli perché le splendide nudità avrebbero potuto offendere lo sguardo di Hassan Rouhani. La nostra sensibilità ha però così passato il segno divenendo eccessivo ossequio, smodato servilismo nei confronti di un leader che forse sarà stato il primo a sorprendersi della nostra stupida pruderie. Stupida e disonorevole. Stupida perché non sembra sia stata richiesta; disonorevole perché non si può nascondere, per pura compiacenza, ciò che è vanto non soltanto dell’arte greco-latina, ma dell’ingegno dell’intero genere umano.
Si può capire tutto. Anche i salamelecchi dei cortigiani renziani al seguito che già sorridevano, stupidamente beati, al pensiero dei copiosi investimenti che l’industria italiana si accinge a fare in Iran. Ma c’è un limite a tutto e, in particolare, al servilismo. E coprendo i tesori della cultura occidentale quel limite si è ben oltrepassato.
Ma se non bastasse siamo poi caduti nel ridicolo quando nei vari telegiornali si è visto il ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, dichiarare di non saperne nulla e, in particolare, di non sapere chi avesse dato la disposizione della copertura delle statue. E ciò nonostante la direzione museale abbia subito dichiarato che l’ordine era partito da Palazzo Chigi che, per chi non lo sapesse, è la residenza del presidente del Consiglio, ossia di Matteo Renzi, e della presidenza del Consiglio dei ministri.
E ci risiamo al palleggiamento delle responsabilità. Con la conclusione che la responsabilità dell’accaduto non c’è chi se l’assuma. Ma il cittadino meno sprovveduto capirà bene che la verità risiede in quanto dichiarato dalla direzione museale. Perché l’”occultamento” delle nudità artistiche del Campidoglio non può che essere attribuito alla presidenza del Consiglio, ossia a Matteo Renzi, per il quale la visita di Rouhani è stato certo uno spot pubblicitario di dimensioni ragguardevoli. In specie sotto il profilo economico, ma non solo.
E questo comportamento è in perfetta sintonia col modus operandi per presidente del Consiglio che, ogniqualvolta una sua vergognosa decisione scatena critiche, malcontento e polemiche gira i tacchi e si dilegua lasciando al cortigiano di turno – il servo sciocco che resta col cerino in mano – il compito di spiegare l’inspiegabile. E questa volta è toccato al ministro dei Beni che, con un imbarazzato sorriso – e c’era assai poco da sorridere – ha detto di non saper nulla sulla copertura delle statue e su chi lo avesse deciso. Ma è credibile che un qualsiasi pincopallino si sia svegliato di buonora per darsi, senza alcun ordine superiore, alla copertura delle Veneri onde evitare anche il benché minimo oltraggio alla sensibilità del presidente iraniano? Suvvia Franceschini. Più che nel ridicolo siamo caduti nella m…. Ma ormai, stando nel letame da così tanto tempo, non ne sentiamo più il fetore.