Massimo Giuseppe Bossetti si è definito Innocente. A riferirlo, al termine dell’esame, è stato il suo difensore, l’avvocato Silvia Gazzetti. Il mio assistito ha risposto a tutte le domande e ha rotto così per la prima volta il silenzio per “proclamarsi innocente e totalmente estraneo ai fatti che gli sono stati contestati”.
“Mai conosciuto Yara” - Bossetti “non ha mai conosciuto Yara, le due famiglie non si conoscevano e ha visto il suo volto solo quando in tv parlavano della sua scomparsa’’. Così ha dichiarato davanti ai magistrati sostenendo che la sera dell’omicidio era a casa.
Il Dna - Ma alle contestazioni mosse dal gip di Bergamo sulla traccia biologica individuata sugli indumenti della tredicenne, Bossetti non ha saputo dare risposta: “Non so spiegare come il mio Dna possa essere sul corpo di Yara’’. Poi davanti al gip che gli spiegava che non è figlio di Giuseppe Bossetti, ma figlio biologico dell’autista Giuseppe Guerinoni morto nel 1999, l’accusato si è mostrato incredulo: “Non ci credo, non è possibile’’.
Il cellulare - Quanto al cellulare che avrebbe agganciato la cella vicino al luogo della scomparsa della 13enne, secondo Bossetti è accaduto ‘semplicemente’ perché abita nella stessa zona, mentre il suo cellulare risulterà spento per 14 ore, dopo la scomparsa di Yara, perché “era scarico, è un cellulare con una batteria che dura poco e quando sono tornato a casa l’ho semplicemente messo in carica’’, avrebbe affermato il 44enne muratore di Mapello.