Mi rende perplesso però la motivazione di questa sentenza, così come la traggo dalla fonte (non ufficiale) dalla quale l'ho letta (Scrollare la tovaglia? Non è reato): e cioè, in entrambi i casi, la Corte stabilisce che per aversi condanna penale il danno, sia quello derivante da scuotimento o sbattimento che quello dagli schiamazzi, deve riguardare più appartamenti o una pluralità di soggetti, mentre al singolo appartamento o al singolo cittadino rimarrebbe solo la rivalsa civile. Dal che potrebbe seguirne che il malcapitato abitante in uno dei due appartamenti di un edificio, che si ritrova dei vicini molesti e imbrattatori, difficilmente potrà far valere le sue ragioni in sede penale ma potrà contare solo sulla causa civile, notoriamente di interminabile lunghezza.E che dire se invece di briciole o polvere venissero gettate cose più pericolose e imbrattanti? E se gli schiamazzi avessero infastidito una persona malata e sola? In entrambi i casi, sarebbe sufficiente la causa civile a modificare il comportamento molesto e difendere i malcapitati?Una diffusa sensazione è che si vada sempre di più verso una società disinibita, in cui i filtri che normalmente permettono la convivenza in spazi ristretti si allentano. Se in una tale situazione funzionano meno bene le regole di convivenza non scritte, quelle scritte possono andare nella stessa direzione senza mettere a rischio la convivenza stessa?[Per farla breve voglio dire questo: se scuotere le briciole dalla tovaglia sul davanzale sottostante reca fastidio al nostro vicino, c'è bisogno di una sentenza a favore o contro per decidersi a usare un po' di buon senso e di rispetto per gli altri, senza che i giudici ti diano manforte?]
Mi rende perplesso però la motivazione di questa sentenza, così come la traggo dalla fonte (non ufficiale) dalla quale l'ho letta (Scrollare la tovaglia? Non è reato): e cioè, in entrambi i casi, la Corte stabilisce che per aversi condanna penale il danno, sia quello derivante da scuotimento o sbattimento che quello dagli schiamazzi, deve riguardare più appartamenti o una pluralità di soggetti, mentre al singolo appartamento o al singolo cittadino rimarrebbe solo la rivalsa civile. Dal che potrebbe seguirne che il malcapitato abitante in uno dei due appartamenti di un edificio, che si ritrova dei vicini molesti e imbrattatori, difficilmente potrà far valere le sue ragioni in sede penale ma potrà contare solo sulla causa civile, notoriamente di interminabile lunghezza.E che dire se invece di briciole o polvere venissero gettate cose più pericolose e imbrattanti? E se gli schiamazzi avessero infastidito una persona malata e sola? In entrambi i casi, sarebbe sufficiente la causa civile a modificare il comportamento molesto e difendere i malcapitati?Una diffusa sensazione è che si vada sempre di più verso una società disinibita, in cui i filtri che normalmente permettono la convivenza in spazi ristretti si allentano. Se in una tale situazione funzionano meno bene le regole di convivenza non scritte, quelle scritte possono andare nella stessa direzione senza mettere a rischio la convivenza stessa?[Per farla breve voglio dire questo: se scuotere le briciole dalla tovaglia sul davanzale sottostante reca fastidio al nostro vicino, c'è bisogno di una sentenza a favore o contro per decidersi a usare un po' di buon senso e di rispetto per gli altri, senza che i giudici ti diano manforte?]
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