Castagnaccio di castagne fresche

Da Papio54

L’autunno è la stagione delle castagne, ovvero è la stagione in cui si raccolgono le castagne. Per anni ho fuggito questa attività, da lontano mi sembrava un impegno faticoso e noioso. Poi ho provato, e sono stata catturata. Intanto il contesto: in mezzo al bosco che sta cambiando di colore, dove il verde dell’estate comincia a trasformarsi nei  toni caldi e dorati dell’autunno. Silenzio, quiete, profumo di funghi e di erba. Castagne ce ne sono sempre, perché dagli alberi cadono ricci in continuazione, e anche se qualcuno è passato prima di noi, ha semplicemente raccolto quelle cadute prima. Appena si arriva sembra di non vederne quasi, poi piano piano l’occhio si abitua, si adegua, e le castagne sembrano moltiplicarsi ai nostri piedi. Si comincia a raccogliere quelle sparse sul terreno, ma l’esperienza più bella è estrarle dal riccio. Benchè questo abbia spine appuntite e piuttosto fastidiose, vale la pena pungersi un po’ per allargare l’apertura e scoprire all’interno due o tre castagne, perfettamente incastonate una con l’altra, lucide e scintillanti della loro naturale umidità.

Così ho raccolto le castagne, ne ho portato a casa un bel sacchetto pieno. Erano castagne piuttosto piccole, non adatte a farne caldarroste – per quelle ci vogliono i marroni. Le ho lasciate riposare ben areate per un paio di giorni, il tempo che gli amidi contenuti nella polpa si trasformassero in zuccheri, e sono diventate così più dolci e gradevoli. Le ho lessate, semplicemente, in abbondante acqua, le ho lasciate raffreddare e, appellandomi a tutta la mia pazienza, le ho pulite. Una menzione speciale a Paolo, che ha collaborato nell’impresa: lui le tagliava a metà, io ne scavavo la polpa con un cucchiaino. In due, il tempo dedicato è stato abbondante, ma ragionevole.

Ho ricavato circa un chilo di polpa, non poca.

Ne ho usato la metà per fare il castagnaccio. La polpa delle castagne si presentava già ben sbriciolata, ho aggiunto un cucchiaio di cacao amaro, mezz’etto (tre cucchiai) di mandorle tritate, ho impastato tutto con il latte (circa un bicchiere), fino a ottenere una crema molto morbida.

Come per il castagnaccio tradizionale, ho acceso il forno (200°) quando ho messo dentro l’impasto. Dopo venti minuti circa la superficie si presentava ben colorita, quindi ho spento e lasciato raffreddare.

Io ho un’adorazione per il castagnaccio, quando lo faccio devo controllarmi per non mangiarmelo tutto in un pomeriggio, ma questo, fatto con le castagne fresche, è diecimila volte più buono, irresistibile.

Poi volete mettere la soddisfazione di un piatto a chilometro zero e a costo quasi altrettanto basso?


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