L’intenzione era di quelle buone… non c’è che dire… una bella spedizione in cerca di castagne con tanto di partenza mattutina, guanti e sacchette al seguito. Punto Plus, tra i più intraprendenti, si era anche preoccupato di procurarsi pass speciali per il castagneto privato.
Gli altri, più o meno motivati, non si sono tirati indietro ed hanno aderito di buon grado all’iniziativa allettati, più che altro, dal lauto pranzo promesso.
Tutto bello sulla carta, ma le cose sono subito cominciate ad andare storte, già dall’appuntamento! Infatti, grazie al Cometa, che si presenta munito di bicicchie negli occhi e in colpevole ritardo, la partenza verso Valdicastro viene subito posticipata con buona pace dei minuti di sonno sacrificati.
Nonostante l’inconveniente, gli aspiranti raccoglitori si appropinquano al castagneto in strana solitudine. Una poca concorrenza che può avere solo due motivazioni. O il pass di Punto Plus è talmente vip da regalarci un bosco tutto nostro… oppure non c’è una castagna neanche a pagarla oro. Chiaramente la realtà è sempre quella più amara.
Ci inoltriamo a ventaglio tra gli alberi e scandagliamo palmo palmo il sottobosco. Facciamo a gara a chi raccoglie di più. Dopo un’ora e passa di caccia la classifica recita: Vlao, Martimarti, Bratz 1… resto del mondo zero. Tre castagne di infimo calibro in 11+Juju sono il nostro bottino. Un bottino scheletrico come i resti della mucca a cui asportiamo un dente del giudizio come trofeo di caccia.
A questo punto non ci resta che gettare la spugna e virare sul piano b! Quello culinario. Il menu a venticinque euro mixato con quello a trenta, su felice intuizione del propositivo Punto Plus, ci consente di abbuffarci con salumi, formaggi, pappardelle al cinghiale, ravioli, carne alla brace e dolcetto. Un bottino sta volta di tutto rispetto che ci permette di dimenticare l’infausta raccolta mattutina.
Dopo pranzo, alle 16:00, facciamo un giro digestivo intorno al lago artificiale respirando l’aria frizzante degna dei primi di Novembre. Dato che è ancora presto decidiamo di fare una capatina a Cingoli dove secondo il Cometa c’è la fiera. Dopo chilometri di curve arriviamo in un paese invaso dalla desolazione. La mitica “fiera dei morti” infatti è il due Novembre… noi abbiamo sbagliato solamente di un giorno. Guai a dare retta al Cometa! Ormai però ci siamo, facciamo un giro di 30 secondi per il centro storico, e ci affacciamo dal Balcone delle Marche prima del ritorno a casa.
Arrivati al centro commerciale viola ci si saluta, ma alcuni, imperterriti, danno ancora spago al Cometa e prolungano la castagnata alternativa alla fiera in Ancona. I più saggi si dissociano, ma sta volta si sbagliano. Ogni tanto ne imbrocca qualcuna anche il Cometa!
Nessuna ombra di castagne manco in centro, per carità, ma una griglia dal diametro di un metro e mezzo stracolma di stinchi, chili e chili di bistecche argentine, il porceddu sardo in abbrustolimento, padellone mastodontiche di paella, wurstel e salsicciotti di ogni fattezza, cibo thailandese e messicano fanno si che è impossibile evitare di mangiare qualcosa.
Nonostante i succhi gastrici siano ancora impegnati con il cinghiale dell’ora di pranzo, decidiamo di tornare a casa con qualche chilo in più… possiamo pure chiudere la castagnata alternativa a mani vuote… ma che almeno lo stomaco sia pieno perbacco!