Se vi piacciono i misteri, le storie di fantasmi e le leggende macabre, questo è proprio l’articolo che fa per voi. Parleremo del Castello di Fumone, nel frosinate, costruito tra il IX e il X secolo, sulla sommità del colle del piccolo borgo dell’omonimo paese. Un castello ricco di storia, testimone silente di vicende segrete e drammatiche.
Tra i suoi prigionieri illustri, che fra queste mura terminarono i loro giorni, va ricordato l’”antipapa” Gregorio VIII, il cui corpo non è mai stato ritrovato, e si ritiene che i suoi resti siano stati occultati in qualche intercapedine del castello. Vi fu imprigionato anche Celestino V, il noto papa citato nell’Inferno di Dante Alighieri come pontefice che “fece per viltà il gran rifiuto”.
Le cronache narrano che, poco prima della sua morte, fu vista una croce splendente apparire dinanzi alla sua cella. Da allora si dice che, di tanto in tanto, si sentano battere colpi misteriosi alle pareti.
Una visita guidata permette di entrare nelle stanze più importanti del castello, quelle visibili al pubblico. Nel corso degli anni, infatti, il castello di Fumone è stato trasformato dalla famiglia Longhi in una vera e propria residenza, dove attualmente ancora abitano.
Francesco era l’unico erede maschio della famiglia Longhi e avrebbe quindi acquisito l’intera eredità, secondo la regola della primogenitura maschile.
La madre aveva dato alla luce ben sette figlie femmine che, crescendo, non si rassegnarono ai privilegi di Francesco e misero in atto un tremendo piano di vendetta. Gli misero dell’arsenico nel cibo, ed il piccolo morì tra atroci sofferenze.
La madre non seppe mai la verità, e morì nella convinzione che il suo figlio prediletto fosse morto di polmonite. Ad appesantire l’atmosfera del castello fu una decisione presa dalla donna stessa, di far ridipingere tutti i ritratti presenti, allo scopo di eliminare ogni scena di felicità e serenità.
Furono eseguite delle indagini sui capelli del corpo imbalsamato del bimbo e furono effettivamente trovate tracce di arsenico.
Un’altra storia legata alla morte del piccolo Francesco Longhi, narra che il fantasma di sua madre, Emilia Caetani Longhi, si aggiri ancora, senza pace, nelle sale del castello di Fumone.
Ogni notte la mamma del “Marchesino” si recherebbe nella stanza dov’è conservata la teca con il corpo di suo figlio per abbracciarlo e cullarlo. Quando calano le tenebre, quindi, i passi del fantasma riecheggiano nel castello e si odono nenie e singhiozzi provenire dalla stanza della mummia.
Lo stesso “Marchesino”, ogni tanto, si diletterebbe a spostare o nascondere oggetti.
Un signore feudale aveva il diritto di trascorrere, in occasione del matrimonio di un proprio suddito, la prima notte di nozze con la sposa. In poche parole, tutte le ragazze che prendevano marito dovevano trascorrere la prima notte dopo le nozze nel letto del signore, e se costui non ne constatava la purezza, le gettava nel pozzo, dove trovavano una morte atroce, accompagnata da urla strazianti.
Questa “tradizione” è talmente barbara da sembrare assurda! Eppure, il ritrovamento di ossa umane femminili in fondo al pozzo, è stata una conferma che il fatto avvenisse realmente.
Leggenda è invece che sul fondo fossero posizionate delle lame. Le ragazze sarebbero morte troppo in fretta, aggiungo io! Un castello, quello di Fumone, che è stato teatro di violenza inaudita e segreti inconfessabili. Se, nonostante tutto, sentite che il mistero vi affascina, non esitate a concedervi una visita.
Forse vi capiterà di sentirvi osservati, ma non sorprendetevi. È normale! L’ambiente è talmente pieno di spettri che, nei momenti di visita, sicuramente risulterà sovraffollato.
Written by Cristina Biolcati