1908
Francia
Regia: Segundo de Chomón
Scritto: Segundo de Chomón
Il mago Segundo de Chomón ci porta nel mondo dell'avarizia più sfrenata, contraddistinta all'accumulo selvaggio, quel male che intacca la materia grigia preesistente ma già avviata al disfacimento morale. Tempi remoti di produzione, quando a farla da padrone era il bianco e nero, ma in questo caso fu utilizzata una tecnologia per il colore forgiata da Chomón, "Pathécolor", utile per evidenziare le tinte oro, simbolo di ricchezza e, nello stesso tempo, di cupidigia. Il resto è viva natura boschiva, dimore spicciole e bellissime, e arte, tanta arte, ed è la natura stessa a crearla e gestirla, padrona dell'essere umano. Le animazioni fotogramma per fotogramma, tipiche di questi film "a trucchi", brillano di vivo splendore e come detto in passato, in occasioni simili e senza esagerazioni, non sfigurano neanche ai giorni nostri. Avanguardistici sono degli ammiccamenti metacinematografici presenti: alcuni personaggi si rivolgono allo spettatore e c'è un'originale e benissimo inserita auto-promozione della Pathé Frères. Recentemente musicato da Etienne Desaux.