Catania e la Tarantella: tra Storia e Folklore

Creato il 19 luglio 2012 da Weesh_growing_ideas @Weesh_web

Quando ci rechiamo a visitare una città siamo abituati ad informarci sulle sue bellezze artistiche e architettoniche quindi sui monumenti di particolare interesse storico. La realtà è, però, che ciò che può farci comprendere al meglio lo spirito di una città e dei suoi abitanti è dato dall’insieme delle tradizioni popolari che lungo i secoli hanno contribuito a formare l’anima dei luoghi e delle persone.

Catania è di certo una città viva sotto questo punto di vista. Un soggiorno in un b&b a Catania consente infatti di scoprire tantissime cose belle. Famosa in tutto il mondo, ad esempio, è la danza tipica popolare, la cosiddetta “Tarantella”. Ciò che caratterizza una danza popolare è che è voluta dal popolo, è legata a momenti particolari della vita della comunità, ripropone una gestualità tipica ed è accompagnata, naturalmente, da strumenti musicali tradizionali.

La Tarantella può essere intesa come un vero e proprio fenomeno culturale che attraversa tutta l’Italia meridionale. Questa danza, con radici nella cultura araba, spesso viene accomunata alla tammorriata da cui si differenzia sia per il ritmo che per il fatto che può essere ballata da una sola persona mentre la tammorriata è un ballo che coinvolge una o più coppie.

Secondo alcuni la Tarantella deriverebbe il suo nome dalla città di Taranto in cui fu ideata, mentre per altri deriverebbe da “tarantola” il ragno dal cui morso si guarirebbe solo con i movimenti frenetici di questa danza che, mediante la forte sudorazione, consentirebbe si espellere il veleno dal corpo. Altro nome della Tarantella è, infatti, “Pizzica Taranta” e caratterizza soprattutto il tipo di danza diffuso nel Salento solitamente molto più veloce della Tarantella siciliana.

A Catania e ormai in tutta la Sicilia, vi sono sempre più gruppi folkloristici che si impegnano a preservare il patrimonio delle tradizioni popolari. Importanti sono anche gli abiti tipici della Tarantella: abiti semplici che venivano usati soprattutto nei giorni festivi. Le donne indossavano una gonna lunga, una maglia e uno scialle, il cosiddetto “cummogghia miserie” usato metaforicamente per nascondere le miserie; gli uomini avevano dei pantaloni, una camicia bianca, un gilet  e l’immancabile coppola.

Durante la tarantella oltre all’accompagnamento musicale, le donne spesso scandivano il ritmo con dei tamburelli. È una danza gioiosa e piena di vitalità. Vi erano delle tipologie specifiche di tarantella che venivano danzate in relazione a specifici momenti: durante la vendemmia, la mietitura, il Carnevale. Gli strumenti musicali che accompagnano la Tarantella sono essenzialmente due: “u friscalettu” cioè un flauto di canna, usato quotidianamente dai pastori per guidare il gregge e il tamburello, “tammurieddu” in siciliano, che scandisce il ritmo della danza.


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