Un giorno mentre svolgevo il mio stage in cantina, mi chiamò l’addetto del ricevimento uve (zona della cantina posta all’entrata dove si svolgono le operazioni di pesatura e determinazione del grado zuccherino dell’uva) perchè dovevo effettuare un riconoscimento varietale dell’uva di un socio conferitore. Chiesi al produttore il nome della varietà dell’uva che aveva sul rimorchio e lui mi rispose: “Duttù, chistu è tuttu Catarrattuni”. Quale misteriosa varietà sbucata dal nulla si mostrava davanti a me?
Il Catarratto è uno dei vitigni a bacca bianca più diffusi in Sicilia. Viene coltivato principalmente negli agri della provicia di Trapani e Palermo dove dà vita a delle Doc rilevanti come Alcamo, Contea di Sclafani, Salaparuta. Insieme al Grillo è un vitigno fondamentale per la produzione del Marsala.
Nel 1972 Bruno Pastena, direttore dei Vivai Governativi di viti americane di Palermo e docente di viticoltura all’Università di Palermo compie diversi studi sul Catarratto e ne identifica diverse varietà:
- Catarrattu ammantiddatu (Catarratto ammantellato): chiamato così per l’elevata vigoria, che nel sistema di allevamento ad alberello i tralci ricadenti verso il basso formano un mantello.
- Catarrattu berrettaru: chiamato così per la sua elevata produttività. Nel dialetto siciliano berrettaru significa che riempie un berretto. Nelle varie zone viticole viene chiamato anche Catarrattone o Catarrattu cartiddaro (che riempie una “cartedda”, la cartedda è la cesta utilizzata per la vendemmia).
- Catarratto bagascedda: è un Cataratto che ha subito un’acinellatura, cioè gli acini formati sono apireni e piccoli.
Oggi i viticoltori siciliani prediligono queste due varietà di Catarratto per la loro facilità di coltivazione e di resistenza alle fitopatologie:
- Catarratto comune o latino: con acino pruinoso.
- Catarratto lucido o lustro: con acino poco pruinoso.
E’ un vitigno che presenta una buona vigoria e con una produzione di 80-120 q.li/Ha coltivato a controspalliera, mentre nella forma di allevamento a tendone che non viene più utilizzata perchè la quantità di uva va a discapito della qualità si arriva anche a 250-280 q.li/Ha.
Il Catarratto dà delle uve ricche di zuccheri (200/240 grammi per litro di mosto) e con una buona acidità.
I vini ottenuti in relazione alle condizioni pedoclimatiche dell’annata presentano un colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Gli aromi primari o varietali scompaiono del tutto durante la maturazione, ma sono presenti gli aromi secondari e terziari che spaziano dall’erbaceo al fruttato.
In conclusione il Catarratto è un vitigno rustico ma in grado di dare dei vini eccellenti ed interessanti.