E allora mi ricordo che mio nonno stava ritto davanti a un bidone nero e smuoveva con un lungo bastone le bottiglie piene di sugo che ribollivano sul fondo del bidone e mia zia, da una parte sotto la baracca, tirava giù un colpo secco con la leva dell’imbottigliatrice che suonava clac, e mia nonna in piedi davanti al lavatoio che risciacquava le bottiglie vuote e le allineava sul tavolo, ed era una catena di montaggio familiare che non cambiava mai e in cui ognuno faceva la sua parte, e adesso loro sono tutti morti e io li penso che stavano intorno a me, cingevano me, erano il pezzo originale di una vita che non c’è più, ed è così semplice e così strano pensare a loro, mentre loro non possono più pensare a me.
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