Le prime immagini fotografiche, o dagherrotipi, venivano sviluppate con vapori di mercurio, elemento alchemico per eccellenza, e stabilizzate con acqua salata calda.
Si ricavava in quel modo una superficie argentea in corrispondenza delle zone scure del soggetto e più opaca in quelle chiare; osservando la lastra in penombra, compariva un'immagine positiva con i lati invertiti, simile anche in questo particolare al riflesso degli specchi.
Queste prime emulsioni fotografiche avevano però una sensibilità molto bassa, perciò i pionieri degli "specchi congelanti" dapprincipio rivolsero i loro congegni verso il cielo, dove risplendono gli oggetti più brillanti, il Sole e la Luna.
Nel 1840 Daguerre, avventuroso pittore, scenografo ed inventore di trucchi ottici teatrali, ottenne il primo dagherrotipo della Luna.
Fare prigioniera la Luna con i vapori di mercurio, immobilizzarla in una superficie argentea, è stato il primo passo.
Esistevano già, a quei tempi, i mille teatri catottrici, le "lanterne magiche" che provocavano soprassalti di meraviglia fra il popolino come fra le dame più raffinate, il caravanserraglio di specchi in grado di sparare la luce su schermi giganteschi evocando coboldi, morgane e perfino le anime dei defunti, gli straordinari spettacoli di luci e colore, le "fantasmagorie", che giravano già nel Secolo dei Lumi per le piazze e le regge (incrociandosi a volte con altre meraviglie specchianti come l'anatra di ottone e il suonatore di flauto di Vaucanson, o il "Turco" scacchista del barone von Kempelen, esseri artificiali, duplicati della vita e dunque anch'essi parenti stretti degli specchi...).
In principio furono le lanterne magiche che già nel 1621 il gesuita Athanasius Kircher sembra avesse concepito...
Quando la fotografia si incontrò con i proiettori nacque il pre-cinema. Mille intelletti si diedero da fare con congegni meccanici sempre più vicini al loro sogno: dare movimento alle immagini. O meglio: congelare il movimento senza "bloccarlo".
Nasceva la magia più strabiliante: il cinema!
Da "Piccolo Inventario degli Specchi" di Alfonso Lentini - Stampa Alternativa.