L'imprevidenza globale della leadership
Chiunque abbia alle spalle una sia pur piccola infarinatura scientifica sa che in qualsiasi evento bisogna scindere la causa dall’effetto. Confonderli rischia di creare problemi insormontabili, sia teorici che pratici. Quando il governo dice che il problema dei migranti è dato dagli scafisti, novelli schiavisti del XXI secolo, commette un errore madornale. Gli scafisti, con tutto quel che di malavitoso c’è alle spalle, non sono la causa, sono l’effetto.
Il motivo per cui centinaia di migliaia di persone decidono di lasciare il proprio paese e migrare in Occidente non è che ci sono tanti scafisti delinquenti pronti a trasportarli per il loro squallido business. Il motivo è altrove: fame, guerra, mancanza di futuro nei paesi di origine. Fino a quando l’Occidente pensava di poter soffiare sulle guerre intestine e sulle tragedie del mondo meno ricco senza riceverne il ben che minimo disagio in cambio? Anche bloccassimo tutte le imbarcazioni e arrestassimo tutti gli scafisti, non risolveremmo il problema, che è ben più a monte. È in decenni, se non secoli, di scellerata politica occidentale nei confronti del Sud del mondo. In un periodo in cui le comunicazioni viaggiano più veloci dei mezzi di trasporto è facile per chiunque, in qualsiasi parte del globo, capire che ci sono regioni in cui si vive bene, o quasi, e altre che sono succursali dell’inferno. Chi ha avuto la disgrazia di nascere in queste ultime potrebbe legittimamente chiedersi perché deve rimanerci. Quello a cui stiamo assistendo è solo l’inizio di un movimento di massa epocale a cui non potremo porre argine, perché non siamo neppure in grado di capire che la causa di tutto questo siamo noi. È in sostanza la parabola di Lazzaro ribaltata. Gli Ultimi del pianeta vengono a rivendicare il cibo alla nostra mensa, giustamente insoddisfatti delle misere briciole che abbiamo dato loro fino ad adesso. Non basta loro l’accoglienza, vogliono risposte e una vita dignitosa che le nostre azioni nei loro paesi hanno finora impedito. Qualsiasi nostra azione che non sia un’inversione di rotta globale della politica estera a Sud e in Medio Oriente ci condurrà alla catastrofe. Mai come adesso servirebbero politici dalla vista lunga e dall’intelligenza pronta. Purtroppo, non solo qui in Italia, non vedo menti acute all’orizzonte.