Un cavaliere senza testa si aggira in cerca di vendetta e sembra che le vittime designate siano i quattro rangers che fecero scempio del suo corpo da vivo. Una setta, i resurrezionisti,
La scoperta della verità dietro la temibile leggenda de “el hombre muerto” rivelerà interessi molto più “terreni”, oltre la semplice vendetta.
Mauro Boselli si ricorda di un racconto di Washington Irving, La leggenda della valle addormentata, e soprattutto del famoso (quanto liberamente tratto) adattamento cinematografico (il quinto in ordine di tempo) del visionario regista statunitense Tim Burton, per imbastire un racconto appartenente al filone “fantastico” di Tex e che ha i suoi guizzi soprattutto nei siparietti comici tra il Morisco e il suo deprimente (quanto buffo) assistente Eusebio.
Dicevamo che è la pellicola di Burton, piuttosto che il racconto di Irving, a “ispirare” la lunga avventura scritta da Boselli, che riprende i temi principali del fantahorror americano (l’anziana strega, il cavaliere senza testa in cerca di vendetta “manipolato” da una donna, le vittime designate legate al loro assassino da ben altri vincoli della semplice vendetta, gli interessi economici), inserendovi alcune “variazioni sul tema” e soprattutto declinando l’apparente soprannaturalità alla “concretezza” del selvaggio West, dove tutto è spiegabile e non esistono esseri che non possano essere ricacciati nelle proprie tombe con una sana dose di piombo rovente.
Se ci fossimo trovati di fronte ad un’avventura di Dylan Dog, avremmo visto ai pennelli Corrado Roi, a suo agio nel catturare su carta storie di spettri (veri o presunti tali) col suo segno chiaroscurale sfumato ed evocativo: qui invece si è operata una scelta che senza dubbio sorprende all’inizio quanto, alla prova dei fatti, si dimostra essere più che riuscita.
E’ Fabio Civitelli, dalla metà degli ’80 celebre firma del ranger, dal segno pulito e “solare”, che si fa carico di rendere oscure e spaventose le scene notturne, ambientate tra le paludi, con i suoi retini dati a mano e le vignette quanto mai evocative e dettagliate.
Nelle tavole più nebbiose, l’abilità raggiunta nell’uso del puntinato ricorda il De Luca della maturità,
Carlo Pedersoli/Bud Spencer (leitmotiv di diversi albi di Tex disegnati da Civitelli) ma anche il mai dimenticato Gian Luigi Bonelli, che qui “presta il volto” al negativo Creed Tyler, apparentemente vittima designata insieme a “Big Foot” Wallace delle mire del cavaliere senza testa.
Un’avventura tutto sommato gradevole nella sceneggiatura, nonostante il plot derivativo, e straordinaria nello storytelling e nella “fotografia” di Civitelli, ben introdotto dalle consuete rubriche in apertura del balenottero, che comprendono un’interessante intervista, un adeguato apparato iconografico riassumente la carriera di questo fuoriclasse, prima dell’approdo sulla testata ammiraglia della Sergio Bonelli Editore, che ne inquadrano l’importanza raggiunta in questi quasi trent’anni in compagnia del ranger.
Vedersi pubblicati su questa importante vetrina, che negli anni ha ospitato così rilevanti firme internazionali e nostrane, è senza dubbio un traguardo più che meritato per un Civitelli che in queste oltre duecento tavole riesce a far percepire al lettore di trovarsi di fronte ad un’avventura fuori dall’ordinario. Decisamente speciale.
Abbiamo parlato di:
Speciale Tex #27– La cavalcata del morto
Mauro Boselli, Fabio Civitelli
Sergio Bonelli Editore, 2012
240 pagine, brossurato, bianco e nero– 6,20€
ISBN: 9771123655002
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