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CAVENAGO DI BRIANZA. Presentato il Contratto del Collaboratore di ANDI Lombardia

Creato il 04 luglio 2013 da Agipapress
Proposta per la tutela della professione odontoiatrica.
CAVENAGO DI BRIANZA. Presentato il Contratto del Collaboratore di ANDI LombardiaCAVENAGO DI BRIANZA. Si chiama “Contratto del Collaboratore” ed è stato presentato in anteprima ufficialmente al Convegno Sindacale di ANDI Lombardia svoltosi sabato 29 giugno al Devero Hotel di Cavenago di Brianza. Erano presenti, insieme con i vertici di ANDI Lombardia tra cui il Presidente Dottor Federico Dal Cin e il Vicepresidente Vicario Dottor Giorgio Costenaro che ha moderato l’incontro, molti esponenti delle sezioni provinciali lombarde di ANDI, oltre al commercialista consulente della sezione di ANDI Brescia Dottor Bruno Bodini, il Presidente di CAO Milano Dottor Valerio Brucoli e politici come il Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia Dottor Fabio Rizzi e il referente del Presidente, Dottor Mario Longo, odontoiatra.
Il quadro socioeconomico in cui s’inserisce questo documento, è molto preoccupante. 
Lo stesso Presidente Dal Cin (in foto con il Presidente Rizzi CAVENAGO DI BRIANZA. Presentato il Contratto del Collaboratore di ANDI Lombardia lo ha evidenziato più volte, sia parlando del rischio di scomparsa della professione odontoiatrica, sia riferendosi a progetti come il Patto Generazionale e il Network. Da ciò la volontà di proporre una soluzione considerata utile sia per i giovani, al fine di sottrarli alle grandi catene di imprenditoria odontoiatrica e del low cost, ma anche per i professionisti costretti o comunque decisi a chiudere il proprio studio.
Perché si è arrivati a questo Contratto del Collaboratore. Il Presidente di ANDI Lombardia Federico Dal Cin. “Perdiamo 1000 studi all’anno e non riusciamo a mettere in contatto la domanda con l’offerta. Fare subentrare i giovani negli studi di chi va in pensione significa salvare la categoria ed evitare che i giovani odontoiatri che non hanno un proprio studio finiscano nelle mani di chi li può usare come manovalanza”. Così il Presidente di ANDI Lombardia il Dottor Federico Dal Cin ha spiegato le ragioni per cui in ANDI Lombardia si è giunti alla proposta del “Contratto del Collaboratore”. Presentato al Convegno Sindacale di Cavenago del 29 giugno scorso, il Contratto è il risultato di un progetto molto caro al Presidente Dal Cin, ovvero il Patto Generazionale che ha lo scopo di tutelare la professione odontoiatrica.“Questo è il primo passo verso l’integrazione con quello che prevede il Network – ha spiegato a fine Convegno il Presidente Dal Cin – quel progetto che abbiamo realizzato lo scorso anno e che è operativo, ma questo nuovo progetto è pensato perché funzioni anche senza il Network e ciascuno lo può utilizzare al meglio. Il prossimo passo spetta però alla Regione e noi chiediamo ai politici che s’impegnino perché, per funzionare questo progetto, sia esente da tassazione”.
CAVENAGO DI BRIANZA. Presentato il Contratto del Collaboratore di ANDI LombardiaIl punto di vista dei politici. Il Presidente Dal Cin si è detto soddisfatto sia dell’accoglienza riservata dai politici presenti all’incontro perché hanno dimostrato di aver dato attenzione ad un passaggio fondamentale per la tutela della professione sia di quella dimostrata verso la proposta di Contratto di Collaborazione da parte dai tanti esponenti degli ANDI provinciali presenti a Cavenago. D’altronde è stato chiaro il discorso politico sia del Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia Fabio Rizzi: o provvede il sindacato ad organizzare l’odontoiatria privata o la palla passa alla politica secondo però le istanze che richiede la politica stessa. Sia Rizzi che il suo referente il Dottor Mario Longo hanno, infatti, posto l’accento sul fatto che se mediamente il 60-70% della popolazione lombarda non va dal dentista né per la prevenzione né per la cura, questo comporta la necessità di un’analisi diversa della realtà territoriale. “Dobbiamo dare un supporto a chi è più fragile – ha affermato il Dottor Longo – e cautelare le fasce di reddito più deboli. Occorre un reparto di odontoiatria in ogni ospedale ma non in concorrenza con la libera professione. Occorre ampliare i LEA ascoltando quello che emergerà dai vostri contribuiti che arriveranno dai tavoli tecnici”. E’ previsto anche dal progetto di legge in preparazione in Commissione e che riguarderà anche l’odontoiatria, come ha spiegato il Presidente Rizzi. “Ne parleremo anche ai tavoli tecnici dove ci sarete anche voi rappresentati dal Presidente Dal Cin – ha specificato il Presidente Rizzi - insieme con le altre sigle sindacali. Occorre ampliare l’offerta ma non in concorrenza con la libera professione, perché l’odontoiatria nei Lea deve avere pari dignità con altri settori della medicina finora considerati più nobili. Perché ad esempio non inserire nei LEA anche la cura della carie? Inoltre occorre riorganizzare gli studi privati convenzionati con prestazioni modulabili ed esternalizzabili”. Il messaggio che il Presidente Rizzi ha voluto far arrivare ai presenti è chiaro, “occorre cambiare sistema, rimettere il settore sanitario al centro di questo sistema sanitario e non usare più solo l’elemento economico come discriminante ma diversificare e implementare tutto, mirando anche al contenimento economico”. “Basta fare i conti della serva per ogni prestazione – ha aggiunto Rizzi –. Facciamo un percorso più ampio e più collegato alla prevenzione che conduca ad un concetto di qualità della vita che deve tornare al centro del sistema sanitario e sociale”. Questi i contenuti della bozza del disegno di legge che Rizzi ha preannunciato porterà in sede di Commissione: 62 pagine divise in due sezioni: la prima con il Piano delle regole a maglie strettissime, la seconda con la Parte Operativa legata fortemente al territorio e realizzata a maglie larghissime per rispondere a pieno alle realtà e alle esigenze del territorio. “Non si tratta di buttare via la legge 31 ma di riadattarla alle novità e alle esigenze che ormai sono diverse rispetto ad allora – ha concluso il Presidente Rizzi -. Gli emendamenti che andranno in Commissione però saranno al vaglio dei tavoli tecnici dove siederete voi e non tromboni che non conoscono la vostra realtà. In questo modo si andrà a blindare il testo perché la politica non faccia modifiche che andrebbero a provocare danni al mondo medico”. E ha concluso ricordando il capitolo “assicurazione”: “Basta con la medicina difensiva! In 10 anni dal 2000 al 2010 Regione Lombardia ha speso 839 milioni di euro per responsabilità civile, nei quali sono inclusi ben 311 milioni in indennizzi. Per questo abbiamo il dovere di auto assicurarci per evitare uscite assurde”.
Il Presidente CAO Milano Dottor Valerio Brucoli: l’invasione delle società di capitale mettono a rischio l’etica professionale. Un contratto che non serve solo ai giovani ma risponde anche alle esigenze degli odontoiatri che vogliono chiudere. Il Presidente CAO Milano Dottor Valerio Brucoli amplia le possibilità di applicazione del modello di Contratto del Collaboratore proposto da ANDI e mette a fuoco il problema con chiarezza: “Le società sono in aumento ma non quelle tra odontoiatri, bensì le società di capitali e questo cambia la prospettiva della professione – ha detto Brucoli -. Il Presidente Rizzi ha esposto le prospettive di riformulazione del sistema sanitario ma la libera professione non è più tale, non è più libera se Rizzi parla di interventi normativi a regimentarla”. D’altronde il professionista ha un Codice etico e deontologico da rispettare anche se i principi devono essere poi calati in una realtà che non sempre è come dovrebbe. A questo proposito il Presidente Brucoli ha affrontato quello che potremmo definire il bluff dei “brand odontoiatrici” che propongono cure intensive solo per fare cassa ma non ottimali per il paziente! Una delle ragioni, per cui l’Ordine si batte affinché nella pubblicità di catene, come ad esempio Vitaldent, sia inserito il nome del responsabile sanitario; una lotta difficile, una guerra come l’ha definita il Presidente Brucoli, perché questi imprenditori mirano a cancellare e a non voler mettere il nome del direttore sanitario o dei dentisti che lavorano nei loro centri, perché vogliono evidenziare che le cure sono del brand. L’Ordine invece vuole che sia rispettata la professionalità sanitaria e l’odontoiatra volendo l’inserimento del nome del dentista, affinché venga conservato il rapporto di fiducia medico-paziente alla base dell’attività sanitaria.
CAVENAGO DI BRIANZA. Presentato il Contratto del Collaboratore di ANDI Lombardia Ma vediamo in sintesi il contenuto del Contratto del Collaboratore Le linee guida del Contratto del Collaboratore. Finalmente un passaggio sindacale importante e un aiuto concreto all’odontoiatra libero professionale che però avrà valore se riceverà anche il “bollino di garanzia” da parte di chi ne certificherà l’applicabilità; una lotta sindacale che ANDI deve garantire ai suoi soci. Questa la considerazione principale messa in evidenza dal rappresentante di ANDI Mantova al dibattito seguito al Convegno Sindacale in merito al nuovo “Contratto del Collaboratore”. Iscritto all’Ordine dei medici e Odontoiatri, con partita Iva, con un’assicurazione RC professionale, disponibile a svolgere l’incarico affidatogli in regime di autonomia senza alcun vincolo di subordinazione, essere libero da rapporti di dipendenza dal SSN. Queste le condizioni essenziali e primarie perché un odontoiatra sottoscriva un contratto di collaborazione professionale con un collega nel rispetto delle norme della deontologia alla base di ogni tipo di rapporto fra professionisti e in qualsiasi rapporto con il paziente. Ma quali sono le basi di questa bozza proposta da ANDI Lombardia? L’oggetto del contratto è la prestazione d’opera professionale del Collaboratore a favore dello studio in cui entra. Una prestazione autonoma, senza vincolo di subordinazione. In che modo si evidenzia l’autonomia del collaboratore? Le terapie rispetteranno un piano terapeutico redatto dal collaboratore in collaborazione con il titolare e saranno eseguite in modo del tutto autonomo, dopo l’emissione di un preventivo firmato dal paziente. I principi base del contratto riguardano i rapporti con i pazienti considerati a pieno titolo “utenti dello studio” non personali; rapporti economici con i pazienti, i beni strumentali, le modalità lavorative ed i rapporti con i colleghi dello studio, gli affitti e la proprietà, l’organizzazione del lavoro dei dipendenti, le ferie. Si affrontano poi le modalità di esecuzione della prestazione sanitaria, il luogo dove esercita la professione, il rapporto con gli odontotecnici, la durata del rapporto e la riservatezza. Si affronta poi il Compenso e le modalità di pagamento secondo cui il collaboratore riceverà un compenso pari al 75% dell’utile prodotto dalla sua attività professionale calcolato sui corrispettivi realmente incassati dal titolare e comunque non inferiore al 25%. E’ previsto anche il sostegno alla gravidanza, la clausola di esclusività del lavoro, la formazione professionale e il recesso del rapporto. CAVENAGO DI BRIANZA. Presentato il Contratto del Collaboratore di ANDI Lombardia Un articolo opzionale è previsto sul Patto Generazionale che, come ha spiegato il Presidente Dal Cin, significa “fare in modo che il titolare dello studio si impegni a facilitare il subentro e quindi cedere la propria attività al collega con il raggiungimento dell’età pensionabile con un indennizzo determinato alla sottoscrizione del contratto di collaborazione e che sarà corrisposto con una quota annuale che resta anche in caso di decesso del titolare e che andrebbe ai suoi eredi. “Lo scopo di tutto questo è arrivare alla realizzazione del Patto Generazionale – ha spiegato il Presidente Dal Cin – che per ora almeno appare l’unica strada percorribile per tutelare il futuro della nostra libera professione”.

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