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Cecenia? Volgograd? Sarajevo? No, solo l'abisso di degrado della città di Roma. Qui tentativi per una nuova narrazione

Creato il 01 aprile 2014 da Romafaschifo
Cecenia? Volgograd? Sarajevo? No, solo l'abisso di degrado della città di Roma. Qui tentativi per una nuova narrazione
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Cecenia? Volgograd? Sarajevo? No, solo l'abisso di degrado della città di Roma. Qui tentativi per una nuova narrazioneNo, non siamo nella periferia di Volgograd, né nella Cecenia indipendentista. Siamo nella autoreferenziale Caput Mundi.Cammino dieci minuti per arrivare alla fermata Battistini, esce qualche sprazzo di sole almeno fisso la vitamina D, ed ecco il topo-piccione sbeccuzzare i residui della zuppa di ceci, cucinata con pneumatici termici koreani sfuggiti al riciclo dai Sinti vegani di Via Andersen. Arrivo al poco cyber e molto punk Metro' e noto come sia tappezzato da cartaccia elettorale postnucleare. Mi meraviglia poi che quella stessa carta appartenga ad un partito ultranazionalista destrorso che del presunto senso civico e del rispetto ne fa slogan a vessilli issati. Entro col mio passepartout annuale e leggo il monito dantesco di dare la precedenza ai quadricicli per la prole, scritto da armati di Uniposca, Fabriano A4 e Scotch tape. Vi prego scomodiamo la psicoanalisi per ricercare il perché dell'innata nostalgia del dipendente Atac verso consumabili e cancelleria come oggetti fetish. Finalmente siamo dentro the Tube. No non è un plurale maiestatis, Io e lo schifo. E' la scenografia perfetta per un film di Bava e baldo mi muovo fra le vetrate incrostate di pigmenti sintetici e le polveri sottili che come i lapilli ad Ercolano, ubiquitari e coprenti domiciliano.Fermata Flaminio, insomma non Corviale, scala mobile ferma, e stalattiti di acque reflue che si incanalano dai palazzetti dei signorotti di Villa Borghese o forse dai longdrinks dell'Art Cafè che abbandonati dalle ebbre burine sabine ed etrusche sui tavoli si incanalano fino al treno nei sotterranei di noi poracci. Il premio dell'anno va ad un cartello plastificato corretto con la fine tecnica del collage Right Destra Sinistra Left.Mi scappa la pipì e vado per una coraggiosa minzione nei servizi pubblici della stazione FS Flaminio Roma Nord - Delhi. Lo sfarfallio del classico neon esaurito, gli acidi urici che sublimano, la goccia del lavandino, il colore ocra imperante, i messaggi omo-etero-trans-epatiteBapioggia sui muri, manca solo Saw l'Enigmista che vuole giocare con me, anzi con noi. Riscendiamo per il tubo ed ecco una fila di turisti Europei che zaino in spalla assaporano l'Africa e i suoi piacevoli disagi, ci sono i tecnici dell'Atac che con un cacciavite in mano fanno miracoli, quei gran geni dei nostri amici.Un appuntamento sulla Tuscolana, e vedo con rammarico che anche le biografie dei registi sulla via per Cinecittà sono state vittime di qualche imbecille. Perfino Albertone e Pasolini, lavoratori prrrrrr!Qualche altro scatto qua e la, giusto per vedere le condizioni degli asfalti post bombardamento, manti dissestati Sarajevo in the eighties.Un po' di tempo fa la mia fidanzata mi regalò una Polaroid per fare qualche scatto vintage, ma a Roma è completamente inutile, e' tutto cosi' vintage che se scattassi uscirebbe impresso un dinosauro.Giorgio M. R. 

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