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Cecilia Samartin, "Tutto l'amore di nonna Lola", recensione di Maria Vittoria Masserotti

Creato il 18 luglio 2013 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr
Cecilia Samartin,

Cecilia Samartin

Tutto l'amore di nonna Lola

Edizioni Anordest - pag. 480 - Euro 14,90

Severamente vietato alle persone a dieta, “Tutto l’amore di nonna Lola” di Cecilia Samartin, Edizioni Anordest, è un romanzo denso di profumi caraibici che stuzzicano l’appetito. Dalle pagine si espandono fragranze forti di spezie, condite da buoni sentimenti con un pizzico di visioni oltre la realtà.

La storia di un bambino, Sebastian, malato di cuore, che non può correre, pena lo scoppio del suo piccolo muscolo cardiaco, è il motivo che permea tutta la narrazione. I personaggi si muovono dentro questa realtà fatta di attenzioni e di riguardi nei suoi confronti, così potenti che finiscono per soffocarlo.

Il “piccolo mondo”, descritto con molta attenzione e con dovizia di particolari, ci sembra reale al punto che riusciamo a vedere la cucina di nonna Lola e scorgiamo i suoi movimenti e quelli del nipote mentre, intenti, si producono nella preparazione di piatti che appartengono alla tradizione dei Caribi.

Ma Sebastian vuole correre, è più forte di lui, il suo desiderio di rincorrere la palla è un po’ il desiderio delle persone gravemente malate di vivere nella semplicità delle cose di tutti i giorni, di fare quello che, per una persona sana, è normale.

La lettura, leggera nello suo scorrere lieve, ci spinge a riflettere su quanto siamo fortunati ad essere quello che siamo, sani o malati che sia. I profumi del cibo cotto da nonna Lola la fanno da padroni, tanto che il romanzo ha come appendice alcune gustose ricette.

Sullo sfondo, quasi sfumata, ma vera e reale, la cultura di un mondo diverso, pieno di alchimie e di magie, che sempre affascina il pragmatismo statunitense. Il mondo invisibile diviene anch’esso protagonista, ruota intorno a Sebastian che ha il pregio di aver “ballato con la morte”.

Alcune pennellate di autentico buonismo non riescono a distoglierci dal seguire la vicenda fino al suo epilogo, lasciandoci dentro la sensazione di avere visto con occhi diversi la realtà di tutti i giorni.


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