Bolzano cittadina di provincia, certamente, ma qui hanno soggiornato parecchi grandi nomi.
Iniziamo da Wolfgang Amadeus Mozart…
La prima volta è stato qui il 23 dicembre 1769, ancora tredicenne, ospite dell’allora borgomastro Stockhammer. Una targa posta a lato del portone dell’abitazione in via Talvera ricorda la visita.
Questo però non gli impedì di abbozzare la sua sinfonia K155.
Restando sempre nel campo musicale (ne avevo accennato in un mio precedente post), risiedette qui a Bolzano anche il valente pianista Arturo Benedetti Michelangeli, ove insegnò sempre presso il conservatorio Monteverdi, per ben nove anni, dal 1950 al 1959.
Tra gli scrittori è d’obbligo ricordare Johann Wolfgang Goethe…
Lui però non fu dello stesso parere di Mozart,anzi restò entusiasta, e così descrive il suo arrivo “Giunsi a Bolzano con un bel sole allegro”, così scrive Goethe durante il suo viaggio in Italia, quando pervenendo dal Brennero l’11 settembre del 1786 vi si ferma per una sosta. “. Il vivace e colorato mercato c’è ancora oggi in piazza delle Erbe nel centro storico di Bolzano. “
Cosa vuol dire una bella giornata, fa vedere tutto sotto una luce diversa :-) .
Non potevano mancare i pittori, rappresentati in questo caso dal grande Albrecht Dürer. All’artista, oltre ad una via in piena zona industriale, è dedicato un sentiero, ossia la strada alternativa che percorse per raggiungere Trento in quanto la piana dell’Adige era completamente allagata per un’alluvione.
Per ultimo, come non menzionare il celebre Giacomo Casanova? Fuggito dai Piombi veneziani nella notte tra il 31 ottobre ed il 1^ novembre 1756, fece sosta a Bolzano per 6 giorni circa, solamente perché non aveva con sé il guardaroba e non sapeva come vestirsi.
In quei sei giorni restò sempre rinchiuso nella sua stanza nella locanda “Al Sole” (la stessa di Mozart!) da dove usciva solo per acquistare le stoffe e per provare i vestiti (in quel periodo a Bolzano c’erano ben 24 sartorie accreditate presso l’equivalente dell’odierna Camera di Commercio). I soldi per pagare questi acquisti (sappiamo che Casanova di certo non poteva vestirsi come un comune mortale, ed a Bolzano era stato già riconosciuto) li ottenne a credito dal negoziante Menz, che li ebbe rimborsati da un certo Bragadin veneziano che trasmise una lettera di credito a favore dell’avventuriero di ben 100 zecchini d’oro. Rifornito il guardaroba e la scarsella, Casanova riprese il viaggio verso Monaco. Questa parte è raccontata anche nel mio romanzo preferito, “La recita di Bolzano”, di Sàndor Màrai, del quale parlerò probabilmente più avanti.
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