L'allarme arriva dal "report" clinico-statistico della Relazione annuale sulla celiachia che il Ministero ha inviato nei giorni scorsi al Parlamento. Per cominciare, la popolazione degli individui affetti dall'intolleranza mostra una netta prevalenza del sesso femminile: sul totale le donne sono più di 120mila, per un rapporto che supera abbondantemente il tasso di due a uno.
Decisamente polarizzate anche la distribuzione per fasce di età (poco meno del 91% appartengono alla fascia adulta, il 9,3% da 5 a 10 anni e lo 0,17% da 0 a cinque anni) e quella geografica: il 48% circa dei celiaci vive nel nord Italia, il 22% al Centro, il 19% al Sud e l'11% nelle Isole. Se si scende a un livello di dettaglio ancora maggiore, poi, emerge che la regione con il maggior numero di celiaci è la Lombardia (quasi 30.500 celiaci), seguita dal Lazio con 17.355 e dalla Campania con 15.509.
La celiachia, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello " Sportello dei Diritti ", è una infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. La Dermatite Erpetiforme è una patologia scatenata in soggetti geneticamente predisposti dall'assunzione dietetica di glutine e caratterizzata da lesioni cutanee specifiche e distintive, che regrediscono dopo l'eliminazione del glutine dalla dieta. E' considerata una variante della malattia celiaca, anche se molto raramente la Dermatite Erpetiforme si presenta con le caratteristiche lesioni della mucosa duodenale della celiachia. La celiachia può essere identificata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica e la biopsia della mucosa duodenale in corso di duodenoscopia. Dopo la diagnosi, saper gestire la propria condizione di celiaco è il punto di partenza per poter organizzare la vita sociale in modo consapevole e sereno.
Lecce, 30 gennaio 2016
Giovanni D'AGATA