Cellule staminali cordonali: uno strumento utile per trattare moltissime malattie

Creato il 12 agosto 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Alcune particolari cellule staminali possono essere attinte dal sangue del cordone ombelicale o dal cordone ombelicale di un neonato oppure dalla placenta. Proprio le cellule staminali cordonali sono al centro di numerose ricerche che hanno lo scopo di elaborare nuovi trattamenti per numerose patologie.

Di: Redazione

Le cellule staminali rappresentano una risorsa importantissima, per la loro peculiarità: la capacità di trasformarsi in qualsiasi altra cellula. Se gli adulti ne hanno molto poche, i neonati ne possiedono moltissime: si tratta di cellule staminali che possono essere attinte dal sangue del cordone ombelicale o dal cordone ombelicale di un neonato e dalla placenta. Proprio le cellule staminali cordonali sono al centro di numerose ricerche che hanno lo scopo di elaborare nuovi trattamenti per numerose patologie.
Prima di partorire è importantissimo che le future mamme si informino sulla possibilità di conservare in una biobanca il sangue del cordone ombelicale del bambino dopo la nascita. Alcuni genitori scelgono quest’operazione come una sorta di “assicurazione sanitaria di famiglia”. Questo perché le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale possono essere usate per il trattamento di ben 80 malattie (un numero che si è accresciuto molto dal 1998, quando erano utilizzate solo per una sola patologia). Tra queste patologie, possiamo annoverare 10 tipologie diverse di cancro (soprattutto leucemie e linfomi); 16 sindromi da insufficienza midollare; 8 malattie del sangue; 17 malattie metaboliche; 19 tipi di immunodeficienza; e altri quattro malattie. E ovviamente sono in fase sperimentale altri possibili trattamenti.

Attualmente, le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale sono usate per trattare una patologia del bambino in circa il 40% dei casi; per il restante 60% dei casi è il fratello o un parente del donatore a farne uso.

Nel caso in cui una coppia decida di corservare il sangue del cordone ombelicale del bambino, è fondamentale iniziare a informarsi alcuni mesi prima della data prevista per il parto. Vi sarà la necessità di firmare un contratto con la società prescelta per fornire tale servizio. Poi, durante il parto, il cordone ombelicale viene tagliato: il sangue prelevato dal cordone e la placenta vengono trasportati e conservati nella biobanca selezionata. Ovviamente questa procedura di raccolta non ha alcuna controindicazione né per la mamma né per il bambino.

Attualmente sono in corso numerose ricerce che si basano sulle cellule staminali cordonali per elaborare nuovi trattamenti per malattie come l’autismo o la paralisi cerebrale. Vi sono inoltre studi importanti per il trattamento di lesioni e malattie che colpiscono la cartilagine, le cellule muscolari e le cellule nervose. Altre patologie che forse in futuro potranno essere trattare con le cellule staminali del cordone ombelicale sono la fibrosi epatica, il cancro ai polmoni, il morbo di Parkinson, l’artrite reumatoide, le lesioni della cartilagine e il diabete di tipo 1.

Anche se la consevazione del sangue del cordone ombelicale è un servizio offerto a pagamento dalle biobanche private, quest’operazione potrebbe rivelarsi un salvavita per i membri di una famiglia: una spesa che vale la pena di affrontare nel lungo periodo.

Fonte: “Forbes”