Cellule staminali del cordone ombelicale: l’ultima frontiera della medicina rigenerativa

Creato il 16 settembre 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

In virtù della loro capacità di differenziare in diversi tipi cellulari, le cellule staminali del cordone ombelicale sono adatte per molteplici utilizzi all’interno dell’innovativa branca della medicina rigenerativa.

Di: Redazione

All’interno del sangue del cordone ombelicale si trovano numerose cellule indifferenziate, ovvero che non hanno ancora una funzione ben definita nell’organismo: si tratta delle cellule staminali del cordone ombelicale.

Tali cellule si caratterizzano per due proprietà fondamentali e distintive: sono in grado di autoriprodursi e possiedono un’elevata stabilità genetica, che rende complessa la loro degenerazione in cellule tumorali. Nel sangue cordonale si trovano differenti tipologie di staminali: – staminali simil-embrionali, ovvero cellule pluripotenti che possono dar vita potenzialmente in ogni organo/tessuto; – staminali cordonali mesenchimali (cellule multipotenti con una elevata capacità di autoriproduzione e di generare diversi tipi cellularie, come quelle che costituiscono il tessuto osseo, adiposo e cartilagineo; – staminali cordonali ematopoietiche, ovvero cellule multipotenti che possono dar vita alle cellule presenti nel sangue e nel midollo osseo; – staminali progenitrici endoteliali, cioè le cellule che creeranno tessuti endoteliali (i vasi sanguigni).

Le cellule staminali del cordone ombelicale sono importanti perché, potendo differenziare in differenti tipologie cellulari, sono idonee per essere utilizzate nell’ambito della medicina rigenerativa. Dalle staminali cordonali sottoposte a determinate condizioni di cultura sono state ottenute cellule in grado di produrre insulina oppure cellule cardiache.

Le cellule staminali del cordone ombelicale sono immature, dal punto di vista immunologico, ovvero possono generare meno casi di rigetto dopo un trapianto. Inoltre, tali cellule rilasciano alcune molecole, definite “fattori solubili” (prostaglandina E2 eccetera), che le rendono in grado di calibrare la risposta immunitaria e di sopire reazioni infiammatorie. Questo significa che, nel caso di trapianti allogenici, i rischi di rigetto sono piuttosto bassi.

Per questi motivi è importante scegliere di conservare il cordone ombelicale. Il sangue cordonale può essere raccolto sia in caso di parto naturale sia cesareo da operatori qualificati e certificati, sulla base di una procedura standard che non pone in nessun pericolo né la mamma né il bebè. Il sangue del cordone ombelicale viene posto in apposite sacche contenenti un anticoagulante. Successivamente il campione viene custodito a una temperatura di circa -196°C all’interno di una biobanca accreditata.

Fonte: Dossier Medicina.it