Precedenti ricerche, infatti, avevano mostrato come fosse possibile produrre in provetta cellule uovo umane, generate a partire da cellule staminali prelevate dal tessuto ovarico. La scoperta era subito rimbalzata sui principali organi di informazione, poiché tra le conseguenze dirette dello studio figura la possibilità di rallentare o bloccare l’arrivo del periodo in infertilità nelle donne e di aiutare donne non più fertili in seguito a trattamenti o patologie. (Anche noi ve ne avevamo parlato in questo post)
Kui Liu, docente universitario di biologia molecolare presso l’ateneo di Goteborg, in svezia, ha però pubblicato uno studio in cui confuta la ricerca in questione e in cui anzi sostiene che non esistano le cellule staminali ovariche umane.
Lo studio ha subito stimolato la replica di Jonathan Tilly, direttore presso il Vincent Center for Reproductive Biology del Massachusetts General Hospital di Boston e fautore di uno studio che invece avvalla l’esistenza delle cellule staminali ovariche. Secondo Tilly il metodo impiegato nella ricerca di Liu non sarebbe il medesimo usato per dimostrare l’esistenza di staminali ovariche e per questo non proverebbe nulla in merito alla loro esistenza. Inoltre il periodo di osservazione, nel corso dello studio di Liu, è stato di soli tre giorni, un periodo che il ricercatore di Boston ritiene non sufficiente.
per stabilire se l’universo femminile potrà davvero disporre di una “riserva di fertilità” illimitata bisognerà dunque attendere ulteriori conferme (o smentite) da parte della comunità scientifica.
Fonte immagine: Nathan Gibbs – Flickr.com