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Lo studio, condotto su modelli animali, ha permesso di scoprire un meccanismo biologico in grado di preservare stomaco e intestino dagli effetti collaterali delle terapie antitumorali: alcune proteine infatti sono in grado di legarsi a specifiche molecole sulle cellule staminali intestinali inducendole a rigenerare il tessuto intestinale danneggiato dalla chemioterapia.
Il numero di staminali normalmente presenti nell’intestino non è però sufficiente a correggere i danni provocati da radio e chemioterapia, ma con una quantità aggiunta di staminali è invece possibile evitare la diffusione di tossine nella circolazione sanguigna e consentire al paziente di sopravvivere più a lungo.
Nello studio, infatti, dal 50% al 75% dei soggetti sono risultati in grado di sopravvivere a dosi di chemioterapici che in condizioni normali sarebbero risultati letali.