A volte le serate più tranquille sono quelle che riservano strane e irripetibili sorprese.
Mi spiego:
sabato sera, ore 19.45, tutto è pronto per ricevere gli amici a cena.
Il branzino è nel forno, la tavola è apparecchiata, le premesse per trascorrere una piacevole serata ci sono tutte, quando … salta la luce!
“Poco male” penserete “basta alzare il salvavita”.
Ebbene no. Salta proprio il contatore della compagnia elettrica.
Io non so se vi sia mai capitato, ma il contatore è quell’aggeggio, solitamente esterno alla casa, che nessuno sa a cosa serva effettivamente ma che è protetto da un lucchetto.
A meno che non siate persone organizzate o che non abbiate un piano di azione per le situazioni di emergenza, vi sfido a dirmi dove tenete le chiavi di quel lucchetto.
Io, armata di una pila made in china, con l’ansia da ospiti in arrivo mi accingo a cercarle nei posti più im/probabili: cassetti? cassaforte? vasi? … mumble, mumble, “saranno state le chiavi che ho buttato lo scorso mese perchè non avevano un’etichetta?” Proprio non lo so.
L’atmosfera comincia a piacermi.
Il Pigato è in frigo. Lo stappo. Gli ospiti capiranno.
Ho comprato qualche bottiglia consigliata dalla winebox della Liguria nell’ultimo week-end alle Cinque Terre, e devo dire di non essermene proprio pentita.
La cantina è BioVio, il Pigato è un Superiore Bon in Da Bon, prodotto da uve biologiche.
Sarà stata l’agitazione o forse il buio, ma il primo sorso è stata una rivelazione.
Sapido, iodato, ha proprio impresso tutto il sapore del mare.
Il primo bicchiere mi distende e mentre cerco qualcuno che possa finalmente riportarmi la luce, squilla il telefono.
I miei ospiti sono alla porta e il campanello non suona.
“Certo che sono in casa” rispondo, “questa sera vi ho riservato un’esperienza!”
Li accolgo e diamo inizio alla prima serata al buio decantour.
I dettagli non li racconto, ma un consiglio mi permetto di darlo: qualsiasi vino, assaggiato al buio sprigiona davvero tutti i sentori descritti dagli esperti.
Nel Rossese Arcagna dei F.lli Gajaudo, per esempio, il bel fondo amarognolo e i sentori di spezie si distinguono nettamente e nel Colli di Luna di Ottaviano Lambruschi nessuno degli invitati ha avuto dubbi nell’apprezzare le piacevoli note balsamiche …
La cena? A essere sincera le pietanze non erano un granchè, ma l’atmosfera … ragazzi, un vero successo!
A fine serata ho dovuto svelare il segreto di quest’idea un pò stravagante, ma sono certa che nessuno deli ospiti dimenticherà quest’esperienza facilmente!
Anche grazie ai vini, tutti presenti nella winebox superior dello scorso febbraio.