Molto spesso vi abbiamo narrato dei nostri pranzi esotici, americani, dei dolcetti francesi e americani, perfino di una cena araba ma, non avevamo ancora affrontato la cucina della nostra città.
Roma ha una antica tradizione gastronomica, seppur talvolta discutibile. La tipica cucina romana, molto apprezzata, prevede sia l'utilizzo delle verdure e dei legumi, sia della carne.
Molto apprezzati i primi piatti, come la cacio e pepe, la carbonara e l'amatriciana, neanche i secondi piatti sfigurano, derivanti per lo più dal famoso quinto quarto.
Sapete cos'è?
Saltate questa parte se siete un pò deboli di stomaco.
Ad ogni modo, nel quinto quarto vi sono tutte quelle parti di bovini e ovini -considerate all'epoca gli scarti- delle parti pregiate degli animali. Il "povero" romano quindi per poter mangiare e saziarsi, cucinava trippa, rognoni, cuore, fegato, milza, animelle e le interiora degli animali.
Queste parti ora sono diventati pregiati piatti caratteristici della cucina romana e molti turisti -e non solo- vengono appositamente a Roma per degustarli.
Personalmente, non sono una estimatrice del quinto quarto, preferisco i primi piatti, le verdure -noti sono i fritti romani, il broccolo, il carciofo, la cicoria e le puntarelle- o il pesce -baccalà ed alice- per concludere con il classico dolce romano, il maritozzo con la panna, che non è altro che un panino dolce diviso a metà ripieno di panna.
Nel corso degli anni la cucina romana si è sviluppata e trasformata, ma ben ancorata alle sue origini contadine.
Ora vi starete chiedendo cosa abbia mangiato per la mia cena romana "Ai Balestrari", un locale di cui vi abbiamo parlato spesso su questo blog.
Come potete intuire dalla foto ho scelto due piatti caratteristici e di mio gradimento della cucina romana, i famosi saltimbocca alla romana ed il carciofo alla giudia.
I saltimbocca alla romana sono composti di fettine di vitello con prosciutto crudo e salvia, cotti nel burro e vino bianco. Particolarmente morbidi e gustosi al palato, i saltimbocca sono una delle portate principi delle trattorie e dei ristoranti romani.
Il carciofo alla giudia invece non lo avevo mai mangiato. Di derivazione ebraica, il carciofo alla giudia è pulito e fritto a testa giù nell'olio bollente. Il risultato? Molto simile alle fragranza delle patatine fritte. Solletica il palato, è mangiato come una sorta di antipasto.
"Ai Balestrari" si respira una atmosfera tipicamente romana. Sarà per via delle fotografie di illustri romani, uno su tutti Alberto Sordi, sarà per via delle pillole di saggezza romana, incise su taghe di legno, sarà per gli stornelli in sottofondo o per i film proiettati sugli schermi all'interno del locale.
"Ai Balestrari" ci troverete sempre un pezzo di Roma, un pezzo di casa. I romani lo sanno ed infatti è un locale alquanto frequentato.
Per finire ho preso il già testato tiramisù della casa, soffice e buonissimo. Peccato che non abbiano i maritozzi, ma d'altronde non si può aver tutto dalla vita.
Prima o poi vi dirò anche dove trovare degli ottimi maritozzi con la panna.
AI BALESTRARI - Via Alessandria, 150, 00198 Roma, Italia