Cena tra amici

Creato il 25 dicembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Mentre Ogni maledetto Natale attrae un grande pubblico al cinema, pare che quest’anno la Rai non abbia riproposto l’appuntamento solito con Parenti serpenti di Monicelli. Forse il film più dissacrante rivolto a tutti, a chi non crede alle feste comandate, e anche a chi ci crede, ma ha voglia riderne un po’. Come le storie americane sulle riunioni famigliari nelle quali esplodono le tensioni più sotterranee durante il pranzo del Ringraziamento, ma con una dose di cinismo in più.

Il 22 dicembre invece abbiamo avuto il piacere di rivedere Cena tra amici di Alexandre de La Pantelliére e Matthieu Delaporte. Non è Natale nel film, ma nella realtà sì, e quindi ci piace assistere ad una storia che inizia come un normale e disteso incontro tra amici, per fare affiorare molto presto i segreti e le bugie, quelle che si raccontano a se stessi e che non si vogliono ammettere anche quando gli altri le fanno notare. Le nostre ombre e le ombre delle relazioni che sbottano al primo pretesto, in maniera divertente, amara, originale.

I padroni di casa sono Elisabeth, soprannominata Babou (Valérie Benquiqui) e Pierre (Charles Berling), entrambi professori, lei in una scuola media di periferia, lui alla Sorbona. Lei, sciatta nel vestire, alla buona, buona e buonista, indaffaratissima tra lavoro e famiglia. Lui indossa ogni giorno un completo diverso di velluto a coste, che fa tanto alternativo; manco a dirlo, siede sulla cattedra con fare seduttivo e con naturalezza sa stanare lo studente più distratto per far ridere tutti. Entrambi ottimisti e di sinistra, vivono in una bell’appartamento parigino, non hanno il televisore, ma in compenso due figli con nomi letterari improponibili. La ragazzina rivaleggia con il padre nelle intuizioni colte, il piccolo va dallo psichiatra infantile, con scarsissima partecipazione da parte di Pierre.

Vincent (Patrick Bruel), voce narrante e fratello di Elisabeth, è il classico sbruffoncello che ha fatto i soldi; simpaticone, dichiaratamente di destra, non perderà occasione per smontare il mondo della sorella e del cognato, fatto di ipocrisia, rigidità, impegno superficiale e stereotipato. Eppure amico storico di Pierre, il quale non esita a sottolineare la sua ignoranza, il suo fascismo di fondo, l’egoismo e la voglia di apparire a tutti i costi.

Claude (Guillaume De Tonquedec), musicista, amico di Elisabeth dall’infanzia, sembrerebbe la persona più pacata, tanto da non prendere mai posizione tra i combattenti, ma sarà quello che riserverà alla fine della serata la sorpresa più sconvolgente.

Infine, Anna (Judith El Zein), la ritardataria, moglie di Vincent e così tanto diversa da lui. Fredda donna in carriera, è il personaggio meno compromesso nell’emotività dei rapporti, e non è detto, però, che anche contro di lei non verranno lanciati strali feroci, soprattutto da parte di Elisabeth, frustrata e passionale, che, apparentemente tranquilla tranquilla, si rivelerà la più estremista nel rinfacciare a tutti i loro misfatti esistenziali.

Con queste premesse, non si capisce cosa ci sia da ridere. E invece diverte, e tanto, il crescendo di cattiverie inaspettate, partendo da una delle tante burle di Vincent, fino ad offendersi l’uno con l’altro, rispolverando gli episodi più antichi, i rancori più sommersi, le rivalse, le invidie, le piccinerie, i lati più oscuri e infantili della mente. Una cena con delitto, la cui vittima imprevista è la menzogna su cui sono durate le relazioni nel tempo. Amicizie tossiche, eppure irrinunciabili, di cui erompe di colpo tutto il non detto. E quando il vulcano si risveglia a niente valgono i tentativi, soprattutto femminili, di interrompere quel fiume di lava distruttivo che coinvolge presente e passato, mogli e mariti, fratello e sorella, cognati. I più combattivi sono infatti Vincent e Pierre; Pierre addirittura il più arrogante e prepotente di tutti. Dov’è finita la sua signorilità alto borghese e progressista?

I resti della cena marocchina (che fa tendenza) preparata da Elisabeth e odiata da tutti, alla fine verrà versata sul pavimento dalla stessa autrice: un gesto liberatorio per lei e per gli spettatori. Catartici sono gli insulti scambiati, le critiche malevole persino alla gestualità dell’altro (la smorfia-ghigno di Vincent che tutti scimmiottano), l’accusa di tirchieria a Pierre e l’imbarazzo della moglie nel tentativo fallito di difenderlo.

Più di tutte la dichiarazione ultima di Claude da cui gli amici pretendono un outing sulla sua omosessualità che non può avvenire, perché Claude non è affatto omosessuale, mentre loro, tra di loro, hanno sempre dato per scontato che lo fosse.

Insomma, decisamente un film godibile, non solo per la buona recitazione e la sceneggiatura calibratissima (è la trasposizione di una commedia teatrale e si sente, pur reggendo benissimo i tempi e i ritmi del cinema) . Ma perché questi personaggi che di colpo usano la confidenza per dirsele, danno sfogo al nostro soffocato bisogno di dire, che mai ci permetteremmo, troppo alto il rischio di risultare sgradevoli e perdere l’altro. I cinque amici invece non si abbandonano e li rivediamo uniti in un finale conciliatorio che viene da chiedersi se sia possibile nella realtà.

Cena tra amici, poi, oltre a farci ridere, una cosa importante da insegnarci ce l’ha: che le amicizie dovrebbero scegliersi, e soprattutto mantenersi, non per abitudine ma per affinità, se non vogliamo continuare a covare risentimenti. Le ombre, quelle, esistono in qualunque relazione, perché dipendono dalle proiezioni della nostra psiche, ma andarsele a cercare e alimentarle, questo possiamo evitarcelo.

Per ora siamo molto curiosi di vedere la versione italiana di Francesca Archibugi (uscirà il 15 gennaio 2015) dal titolo Il nome del figlio, che rispetta in parte il titolo della commedia francese Le prénom. Perché, non l’abbiamo detto, lo spunto per la rabbia trattenuta negli anni ed esplosa all’improvviso, è il nome che Vincent dice di voler dare al figlio, nel suo scherzo iniziale che non ammette quando dovrebbe, facendo salire la tensione, e quasi godendone.

Come farà Francesca Archibugi con la sua delicatezza a rendere queste perfidie? Ci penseranno gli attori: Alessandro Gassman è il Pierre francese, Valeria Golino Elisabeth, Luigi Lo Cascio Vincent, Micaela Ramazzotti Anna, e Rocco Papaleo Claude.

Margherita Fratantonio

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