Cenerentola era l’italiano medio, scuola, magari un sereno percorso universitario, poi un lavoro sicuro che di norma durava tutta la vita, il mutuo per la prima casa, la famiglia e la messa alla domenica mattina, le intoccabili vacanze in agosto, magari la settimana bianca se ci si riusciva. Cosa è rimasto dei nostri sogni e dei nostri ideali? L’olezzo del berlusconismo ha spazzato via tutto fra conti impazziti e morale deviata, adesso alla porta di Cenerentola bussano tanti principi azzurri che promettono di “farci vivere 100 anni felici e contenti”, fra corse a doni che non sono più cavalli bianchi o castelli incantanti, ma rimborsi IMU od altrettanti improbabili cali di tasse, ma il loro bacio non risveglia più la Bella addormentata nel bosco, nei panni dell’elettore deluso la Bella addormentata resta a casa senza neanche più cercare di cambiare la situazione accontentandosi di un galleggiare affannoso tra bollette e conti da pagare.
Cenerentola se ne è andata via, invece del castello bianco nella nebbiosa padania preferisce andare oltre confine in cerca di quelle che non sono più avventure o salti al buio, ma quasi certezze di soddisfazioni morali ed economiche ben più pregnanti del desolante panorama italiano terreno di sole leggi ad-personam del satrapo di Arcore. La memoria degli italiani è purtroppo corta, dimentichiamo in fretta il passato, si riesumano busti di Mussolini arrivando addirittura a ricordarne “le cose buone da lui fatte”, lasciamo nell’oblio le nipoti dei presidenti egiziani, i festini, le regalie ed i disastrosi risultati messi assieme dai nostri governanti.
Cenerentola rappresenta metaforicamente il riscatto, l’uscita da una vita od un periodo buio per assurgere a nuovi traguardi, potranno essere queste elezioni il realizzarsi del sogno? Avremo davvero il “giusto” principe azzurro? Per ora possiamo solo affermare il classico “ai posteri l’ardua sentenza?”.