I metodi RGB e CMYK.
Se in un viaggio in Africa fotografiamo una duna siamo poi certi di aver ‘catturato’ anche i suoi veri colori? Probabilmente pensiamo di si. In realtà abbiamo solo catturato l’idea di quel colore. Infatti la gamma dei colori naturali che l’occhio è in grado di vedere va ben oltre la gamma che un piccolo display di una macchina fotografica o di un monitor, attraverso cui vedremo poi quella foto. Se poi pensiamo di stamparla i passaggi che fa il file nelle periferiche aumenta e sulla carta va a finire ben altro che ciò che in realtà abbiamo vista in Africa. Ne avremmo la prova se ancora sul luogo potessimo osservare le differenze tra la fotografia finale o peggio la stampa ad una inkjet, laser jet o in offset (ovvero, tipografica). Queste ultime hanno una gamma di colore meno ambia delle prime.
Il fenomeno della macchine fotografiche compatte ci ha abituato a foto bilanciate automaticamente. Ovvero il bianco è ‘fissato’ in automatico sul punto più luminoso e il nero ovviamente su quello meno luminoso. Con le macchine più costose, come le bridge o le reflex (digitali o meno) è possibile intervenire impostando il bianco manualmente, tale che i colori possono essere ‘bilanciati’ o ‘virati’ a piacere.
Ma per tornare al nostro argomento illustriamo la differenza tra i due metodi anticipati dal titolo e dalla illustrazione, analizzando dove possiamo vederli ‘in azione’.
Usano il primo metodo (RGB) i dispositivi che emettono luce, come i monitor, la tv, le luci di insegne; in laboratorio fotografico le macchine che sviluppano foto su carta fotosensibile. Il secondo metodo (CMYK) lo si osserva nella stampa e in tutto ciò che ci circonda in quanto gli oggetti “riflettono” e non “emettono” luce.
La riflessione della luce su un qualsiasi oggetto, cosa o persona fa in modo che l’occhio sia colpito solo da luce di quel dato colore, per esempio, una bella fetta di anguria (e si spera buona) sarà sempre di un bel colore rosso vivo, in quanto rifletterà nell’ambiente, e quindi anche nel nostro occhio, quella luce di quella lunghezza d’onda.
Ma va detto che RGB sta per Red, Green, Blu. Ovvero Rosso, Verde e Blu che son i colori primari che compongono la luce, e si dice additiva in quanto la loro somma, ovvero la loro luminosità, darà il bianco. Se invece osservate la grafica il Giallo sta tra il Rosso ed il verde ed infatti risulta essere la loro somma. Notiamo che il giallo è più luminoso.
Qualcosa di diverso accade con le tempere e gli oli quando si mescola il Giallo con il Ciano per ottenere il Verde. Ma questo è tipico dell’ambito CMYK. Mondo in cui la somma dei colori base Ciano, Magenta e Giallo producono un marrone scuro. Ovvero imprigionano i raggi di luce nel pigmento. In teoria se i pigmenti sono puri e la carta che li supporta è di qualità si dovrebbe ottenere il nero, ma così non è quando usiamo carta per fotocopiatori e cartucce rigenerate.
Il Nero che vorremmo, in realtà il marrone scuro, è dato dalla assenza di luce riflessa. Le prime stampanti infatti avevano proprio cartucce a tre colori: Ciano, Magenta e Giallo. Poi si introdusse la cartuccia del Nero per dare maggiore contrasto alle immagini, ma anche per risparmiare il costoso toner. Oggi si trovano anche testine per stampanti a 8 colori, in cui i colori scuri sono stati divisi in ‘Dark’ e ‘Light’ così da avere anche più Neri, ovvero i Grigi, e per esempio il “Magenta dark” (Magenta scuro) ed il “Magenta light” (Magenta chiaro). Soluzione che ha aumentato la gamma dei colori stampabili e la qualità cromatica della foto in generale.
Gli argomenti introdotti sono moltissimi, come spero gli spunti per qualche riflessione personale. Tuttavia, questa breve lezione non esaurisce gli argomenti di studio di un corso dedicato alla grafica che l’Istituto Titel per la Formazione Online ha pensato per gli appassionati creativi. Gli insegnanti sono molto preparati, in quanto già esperti della materia e sono tutti già certificati, inoltre sul sito www.titel.it è possibile trovare altre informazioni sugli argomenti di studio dedicati al percorso ACA.
Adobe è leader nel settore ed Adobe Certified Associate (ACA) è uno standard di certificazione pensato da Adobe per introdurre al mondo fantastico della grafica.
Adobe Photoshop, Adobe Fireworks, Adobe Dreamweaver e Adobe Flash rappresentano un insieme molto accattivante e moderno di proposte per comunicazione classica e multimediale. Prova a chiedere maggiori info attraverso il seguente form.
Scegliete i corsi online dell’Istituto Titel per la Formazione Online.
Per maggiori info: www.titel.it e richieste informazioni comodamente al vostro domicilio.
Newsletter di Titel curata dall’Ufficio Stampa. Rubrica “Formazione in pillole” a cura di Antonio Conte. Sito web: www.titel.it - E-mail: ufficiostampa@titel.it
La Rubrica “Formazione in Pillole” è a cura di Antonio Conte