È di lungo corso il rapporto tra Cage e l’Italia, e tra Cage e Bologna. Nella città felsinea nel 1978 il compositore realizzò il progetto The John Cage’s train, tre escursioni-happening in treno coinvolgendo musicisti e performer, celebrato poi per il trentennale nel 2008. Artista poliedrico, che fece dell’I Ching un metodo per trasportare in musica l’arrangiamento casuale controllato. A proposito di sperimentazione, resta l’aneddoto del 1958, quando Cage si esibì nella trasmissione Lascia o Raddoppia, in un concerto chiamato Water Walk, in cui suonò una vasca da bagno, un innaffiatoio, cinque radio, un pianoforte, dei cubetti di ghiaccio, una pentola a vapore ed un vaso di fiori.
Cage partecipava anche come esperto di funghi, e sicuramente la sua micologia colpì Mike molto più che la sua “stramba” musica. Memorabile fu il dialogo finale con Mike Bongiorno: «Bravo signor Cage arrivederci e buon viaggio, torna in America o resta qui?» – «Mia musica resta», risponde Cage con orgoglio, e di tutta risposta il buon Mike sfodera una delle sue più celebri gaffe: «Ah, lei va via e la sua musica resta qui, ma era meglio il contrario: che la sua musica andasse via e lei restasse qui…». Erano altri tempi, ma una cosa era già chiara: la musica sperimentale per la televisione era già considerata un fenomeno da circo.