Centomila blocchi di ghiaccio

Creato il 29 ottobre 2014 da Media Inaf

Spaccato dell’interno di Encelado così come lo si può ipotizzare in base ai dati raccolti da Cassini. Dati che suggeriscono un guscio esterno ghiacciato, un nucleo roccioso poco denso e, nel mezzo, verso il polo sud e dunque al di sotto dei pennacchi, un oceano d’acqua. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Encelado continua a sorprendere gli astronomi. Da quando nel 2005 la sonda spaziale Cassini, in orbita attorno a Saturno, ha effettuato il suo primo flyby attorno a questa strana luna ghiacciata dal diametro di 500 chilometri, essa ha fornito ai ricercatori un tesoro di immagini e meraviglie scientifiche. Ricordiamo tra queste i getti di vapore acqueo ghiacciato che periodicamente vengono espulsi dal polo sud del pianeta e la presenza, ad oggi solo ipotizzata, di un oceano interno che potrebbe addirittura ospitare la vita, oltre alle strane strisce di colore verde-blu situate sempre attorno alla medesima zona polare.

Queste formazioni, conosciute informalmente come “strisce di tigre” sono essenzialmente quattro fratture delimitate su entrambi i lati da creste che sembrerebbero essere composte da ghiaccio color verde. Queste fratture superficiali hanno attirato l’interesse degli  astronomi poiché sembrano essere le formazioni più giovani osservabili nella regione.

Di recente, proprio tra queste strisce, sono stati osservati più di 100.000 blocchi di ghiaccio, fonte di ulteriore meraviglia. Gli scienziati della Divisione di Scienze Geologiche e Planetarie del California Institute of Technology hanno potuto mappare le posizioni di questi blocchi, nella speranza di determinare in quale modo essi siano arrivati a localizzarsi proprio lì.

Vista dall’alto del polo sud di Encelado. Credit: NASA/JPL

Le osservazioni e le scoperte fatte saranno pubblicate nel numero di gennaio 2015 della rivista scientifica Icarus (vol. 245) e costituiscono le prime stime quantitative del numero di blocchi di ghiaccio presenti nella regione polare a sud di Encelado e della relativa densità.

I risultati preliminari del lavoro rivelano che blocchi di ghiaccio dell’emisfero sud di Encelado sono maggiormente concentrati nella zona identificata come South Polar Terrain (SPT), geologicamente attivo, ed in particolare entro 20 km dalle fratture a striscia di tigre. Le osservazioni mostrano anzi che i blocchi di ghiaccio si concentrano in modo preponderante tra le fratture ed i margini ad esse direttamente adiacenti.

Per verificare come questi blocchi di ghiaccio si siano formati ed evoluti, e come si siano andati a distribuire nella regione meridionale del pianeta, la squadra di ricercatori ha preso in considerazione vari meccanismi. Tra questi gli aspetti noti e le caratteristiche proprie della luna stessa – vale a dire la sua attività sismica, gli impatti di meteore e le eruzioni vulcaniche – ma anche il possibile ruolo della tettonica nel fratturare il manto ghiacciato superficiale.

Cassini nell’agosto 2010 è riuscita a guardare dentro le formazioni conosciute come “tiger stripes”. Credit: NASA

Gli scienziati hanno concluso che i crateri da impatto, così come la presenza di fratture forse provocate da eventi sismici, potrebbero spiegare la presenza della maggior parte dei di blocchi di ghiaccio nella zona polare a sud di Encelado. Tuttavia, hanno anche osservato che l’attività criovulcanica – vale a dire, l’espulsione di materiale ghiacciato causata da eruzioni sotto la superficie, e la condensazione di ghiaccio attorno alle bocche di espulsione – non può essere esclusa dalle cause. Gli astronomi hanno postulato inoltre che vicino alle fratture conosciute come “strisce di tigre”, che sono più calde, svolga un ruolo importante anche il fenomeno della sublimazione.

Gli scienziati ritengono quindi che l’insolita formazione composta da blocchi di ghiaccio intorno al polo sud di Encelado sia principalmente risultato di impatti di meteoriti o comete e dell’attività sismica, ma che l’attività peculiare di questa giovane regione del pianeta – come ad esempio le eruzioni vulcaniche dall’oceano interno ghiacciato che si ipotizza esistere sotto la superficie – possa anch’essa avere un ruolo.

I blocchi di ghiaccio dell’area polare a sud di Encelado sono stati osservati ad altissima risoluzione nel corso del flyby di Cassini dello scorso 14 luglio, quando la sonda ha potuto  osservare il le “strisce di tigre blu” localizzate attorno al polo sud e focalizzare l’osservazione su una superficie di estrema deformazione tettonica. I blocchi sono stati identificati manualmente e mappati da venti delle foto a più alta risoluzione scattate dal  Cassini Imaging Science Subsystem (ISS) renderizzate utilizzando il software ArcGIS.

Cassini intanto continua a studiare Encelado, la sonda ha condotto il suo ultimo flyby di questa misteriosa luna di Saturno proprio oggi, il prossimo passaggio in programma avverrà il 19 dicembre 2015, e chissà quali altre sorprese ci attendono.

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Fonte: Media INAF | Scritto da Francesca Aloisio