Central City, Colorado
Febbraio 1874
Il vento polare che soffiava dalle montagne scagliava cristalli di neve ghiacciata contro i vetri illuminati del vistoso palazzo conosciuto con il nome di Celeste’s Place. Ma nelle sue stanze drappeggiate di velluto e broccato la luce dei caminetti diffondeva un caldo bagliore su lucenti lenzuola di raso e su carni pallide e nude.
Si diceva che il Celeste’s Place fosse il più sontuoso dei bordelli tra San Francisco e Chicago. A volte qualcuno saliva in treno fin da Denver solo per visitare la grande casa bianca in fondo al Nevada Gulch. Le ragazze erano tutte giovani e belle, la cantina ben fornita di vini, e c’era anche una sala da gioco, molto discreta, in cui si poteva vincere una fortuna. O perderla.
La donna che possedeva il Celeste’s Place sapeva bene cosa significasse sia vincere sia perdere.
Quella sera, mentre si aggirava tra gli uomini ricchi e potenti che affollavano i salotti e divoravano con gli occhi le sue ragazze, Celeste DuBois indossava scarpette tempestate di gioielli, un abito da sera di raso azzurro e un filo di perle autentiche al collo. Ma c’era stato un tempo in cui Celeste andava in giro a piedi scalzi, con vestiti usati e laceri. C’erano stati dei tempi…
Celeste non sprecava energie per crogiolarsi in quei ricordi, ma badava anche di non dimenticarli. Le impedivano di sentirsi troppo soddisfatta e di dare per scontato ciò che aveva. Proprio quella sera, infatti, se Doug Slaughter l’avesse avuta vinta, lei avrebbe perso tutto, vita compresa.
Scritto da millecuori alle ore 16:13 del giorno: lunedì, 04 ottobre 2010