Somiglia decisamente di più ad un balzo in una specie di universo parallelo: un momento sei nel bel mezzo della giungla di cemento di Manhattan, fra traffico e grattacieli stellari, e il momento dopo ti ritrovi immerso in questa specie di piccolo grande universo verde dotato di una anima e personalità ben precise.
La definizione di "polmone verde" di New York gli calza decisamente a pennello, perché per le sue dimensioni è sicuramente in grado di pompare ossigeno a sufficienza anche per una sconfinata metropoli come quella della Grande Mela - e di certo fornisce anche una chance metaforica per "respirare", per prendersi un break dai ritmi sincopati che imperano al di fuori dei suoi confini.
E' come un'oasi.
E mi rendo conto che sia una cosa che si possa dire di qualunque parco cittadino al mondo - ma siccome New York è LA città per eccellenza, anche Central Park è IL parco, l'Oasi verde numero 1, quella in cui il contrasto fra opera dell'uomo ed opera della natura si fa ancora più affilato ed evidente.
Immagino che, però, abbia invece una caratteristica che condivide con ben pochi altri parchi: quella di essere una specie di museo del cinema all'aria aperta.
L'elenco di film che sono stati girati qui è talmente lungo che ci sono persino siti web e tour specializzati dedicati ad essi.
Prima di metterci piede mi ricordavo quelli più celebri e con più scene ambientate qui (come ad esempio "Harry ti presento Sally" o "Autumn in New York"), ma più mi ci addentravo e più mi balzavano agli occhi angoletti e punti che mi parevano un déja-vu: ora, non sarei in grado di dire esattamente in quali film abbia visto quali posti, nonostante io & Tabby Cat ci fossimo adoperate in discreti sforzi in questo senso durante il nostro giro - ma sono fotogrammi che mi sono rimasti impressi nella mente e che man mano si illuminavano.
E la sensazione di sentirsi come in un film qui non è solo metaforica, ma è pienamente giustificata.
E ne abbiamo persino visto girare uno.
Non sono sicura che si trattasse di un film che riusciremo a vedere nei cinema dell'intero orbe terracqueo - pareva più una specie di saggio per studenti dell'Accademia di Arte Drammatica, ma in ogni caso è stato interessante da vedere.
Ma non è stata questa l'unica cosa rilevante che abbiamo visto...
C'è davvero moltissimo da vedere e da fare. E' praticamente come fare un tour di una piccola (e verde) città a sé stante.
Abbiamo trascorso quasi un'intera giornata al suo interno, eppure c'è ancora una discreta fetta che ci siamo perse.
Ma ecco le cose più interessanti in cui ci siamo imbattute durante la nostra lunga passeggiata:
1) Riserva Jacqueline Kennedy
Questo laghetto artificiale è in grado di trasmettere un incredibile senso di pace.
E' stata una delle prime cose che ho visto del Parco, ed è qui che percepito per la prima volta la fortissima sensazione che Central Park sia un mondo a sé stante.
Ti ritrovi circondata solo da acqua e verde, eppure ci sono schiere di grattacieli che vi si specchiano, creando un contrasto decisamente impressionante che ben sintetizza lo spirito di Central Park: è un luogo a sé, ma che comunque si trova incastonato dentro New York, e la prova sono questi grattacieli che vi sbirciano dentro, circondandolo come una corona, come un simbolo regale della Città che domina su di esso.
2) Turtle Pond
Ho sempre avuto un certo debole per gli stagni e gli acquitrini - hanno qualcosa di malinconico che trovo in qualche strana maniera affascinante.
Inizialmente pensavo che questo stagno in particolare fosse stato chiamato così senza un motivo preciso, solo perché le tartarughe sono animali carucci; ed invece il suo nome ha un significato decisamente pragmatico: si chiama così perché in effetti ci vivono delle tartarughe.
[Doh!]
Bisogna guardare con attenzione, perché la superficie dello specchio d'acqua è interamente ricoperta di verde, e quindi si mimetizzano molto bene, ma di tanto in tanto si vedono le loro testoline sbucare fuori dal pelo dell'acqua.
Turtle Pond è uno dei miei punti preferiti del Parco, anche perché questa zona è probabilmente quella in cui ci sono capitati gli incontri più particolari e divertenti.
Non solo tartarughe quindi, ma due armate di giocatori di ruolo che se le davano di santa ragione con spade e mazze di gommapiuma, un ex re polacco sul suo cavallo, una band di jazzisti che suonava allegramente sotto un albero ed un gruppetto di nonnini che ballava il sirtaki.
Ed ho capito subito che è proprio questo che rende così speciale il piccolo grande mondo di Central Park: i suoi meravigliosi e variegatissimi abitanti!
3) Belvedere
Dato che il Parco è un mondo a parte, probabilmente avrà anche un suo re.
Sinceramente non ho idea di chi possa essere - però ho visitato il suo castello.
Il Belvedere è un castello in miniatura, ma è in grado di fornire una bellissima vista del Pond e del Great Lawn - esattamente come suggerisce il suo nome.
Non sono abituata a questo pragmatismo americano, in cui i nomi stanno a significare esattamente quello che indicano...
Comunque, da qui ci si può anche immergere nel mini bosco che lo circonda: qui Central Park diventa lussureggiante, e per un attimo si può immaginare di essere nel bel mezzo di un'escursione fra monti e boschi, anziché trovarsi nel petto della città più metropolitana del mondo.
Oh, e devo confessare che in realtà, leggere sulla Lonely Planet che il Parco è per la maggior parte artificiale, è stato piuttosto deludente.
Mi sarebbe piaciuto immaginare che Central Park fosse in realtà l'aspetto originario di Manhattan, che avessero conservato uno spicchio di com'era prima che ci costruissero sopra le strade ed i palazzi - e invece è un po' il contrario, e Central Park è il risultato di un lungo e ponderato lavoro di architettura del verde e di drenaggio.
Ma tant'è - in fin dei conti quello che importa è che sia comunque bello e rinfrescante come un "vero" bosco.
4) Alice nel Paese delle Meraviglie
Quella di Alice è sempre stata la mia fiaba preferita, nonché il primissimo libro che abbia mai letto in vita mia, quando avevo 8 anni - per cui non potevo non farle visita.
Alice è rappresentata insieme al Cappellaio Matto, il Bianconiglio, il ghiro ed il suo gatto - e la statua è (ovviamente) molto popolare fra i bambini, probabilmente più perché è divertente arrampicarcisi sopra che per il soggetto che rappresenta.
[NB. Questa foto priva di bambini è stata scattata grazie alle doti disciplinari di insegnante di Siamese Cat]
5) Scoiattoli (niente affatto tristi)
La scrittrice francese Katherine Pancol ha scritto un bel libro ambientato fra Parigi, Londra e New York, il cui titolo proclama che "Gli scoiattoli di Central Park sono tristi di lunedì".
Sarà perché in realtà noi ci siamo state di domenica, ma abbiamo incontrato solo scoiattoli piuttosto di buon umore, belli pasciuti e coccolati dai turisti con noccioline e biscotti.
E non vi preoccupate, noi siamo gatte piuttosto amichevoli: gli siamo corse dietro solo per fare un sacco di foto, non per istinto predatorio!
6) Orsetti lavatori
Beh, per noi Italiani in effetti è già abbastanza un evento vedere degli scoiattoli in un parco cittadino, perché praticamente non ne abbiamo quasi più da nessuna parte (anche perché non abbiamo quasi più parchi decentemente puliti e ben tenuti, se proprio vogliamo).
Però lo Scoiattolo da Parco è una razza piuttosto diffusa in quasi qualunque altro stato europeo, quindi diciamo che eravamo intenerite più che sorprese.
Ma quando abbiamo visto niente meno che un'intera famiglia di orsetti lavatori allo stato brado dentro un torrente dalle parti del Lago che implorava cibo ai passanti - beh, allora lì sì che siamo rimaste sorprese!!
7) Hernshead
Hernshead è un promontorio vicino al Lago, con un piccolo gazebo di legno dove non mi dispiacerebbe passare le ore a leggere come la signora che abbiamo incontrato, e una vista spettacolare sui grattacieli che fanno capolino sul Parco.
8) Il Lago
Ecco, questo direi che è decisamente il punto più iconico del Parco - non solo perché ha un'aria incredibilmente romantica, con il Bow Bridge di ferro, le barche e la Cherry Hill sullo sfondo, ma anche perché (e forse, direi, di conseguenza) è il luogo più gettonato come set cinematografico.
Ripensare a tutte le scene romantiche che sono state girate qui è sufficiente a farti sognare un po' - e a farti sentire come se fossi anche tu in un film.
9) Conservatory Water
Ma anche la vasca della Conservatory Water, con i suoi modelli telecomandati di barchette che si possono noleggiare, è piuttosto celebre cinematograficamente parlando, grazie alla a modo suo epica scena di fuga nel film di Stuart Little - e ad una scena romantica fatta di uno scontro di modellini di barchette foriero di un imminente innamoramento (che ha ricordato Tabby Cat ma senza riuscire ad associarlo al titolo del film da cui è tratta).
Comunque - io una barchetta vi consiglio di noleggiarla: costa solo 11 $ per 30', e con questa modica cifra potrete aiutare la fuga di un eroico topolino dai cattivi oppure incontrare l'amore della vostra vita.
E' un affare no?
10) Bethesda Fountain
Questa fontana mi è piaciuta un sacco, con le sue ninfee e la sua statua dell'Angelo delle Acque che domina il Lago.
Mi è anche piaciuta perché mi ha ricordato un po' un monumento che abbiamo a Torino e di cui vi ho già raccontato: le due figure alate sono così simili che sembrano quasi gemelle - anche se quella di Torino trasmette molta meno purezza, dal momento che si tratta sì sempre di un angelo, ma è un angelo caduto...
Però... questo inaspettato gemellaggio Torino/New York è stata una scoperta interessante.
Ma Central Park ha ancora molti altri posti interessanti da vedere.
In realtà il rimpianto più grande mio e di Tabby Cat è stato quello di non essere riuscite a trovare questa:
Credits: Central Park Sunset Tours
Fra i vari film ambientati a Central Park "Molto forte incredibilmente vicino" è il nostro preferito.
Io faccio sempre il tifo per i bambini solitari ed introversi, perché ero una di loro qualche anno fa (non troppi, eh) e perché penso che spesso abbiano una sensibilità particolare.
Il piccolo Oscar è decisamente uno di loro e la scena su questa altalena, dove scopre un importantissimo e prezioso ultimo dono che il suo papà gli ha lasciato, e finalmente accetta il fatto che, anche se suo padre non può più essere al suo fianco, rimarrà sempre nel suo cuore, è molto toccante e profonda.
Per cui per noi trovare l'altalena aveva una priorità molto alta - ma non ci siamo riuscite.
Ma il bello dei rimpianti è che si possono trasformare in ulteriori stimoli per tornare... ed è quello che faremo!