Cosa non è centrosinistra? Centrodestra! Nel gioco tv preserale di Rai1 (Reazione a catena), sarebbe questa la soluzione per trovare la parola ‘nascosta’. Cosa non è brutto? Bello. Cosa non è caldo? Freddo. E così via: secondo noi, spettatori, un piccolo difetto di un gioco televisivo molto intelligente e stimolante (“rinfresca la mente”, dice il conduttore). Ma per definire l’attuale (e il futuro prossimo) centrodestra, crediamo che non resti oggi altro che indicare “non è centrosinistra”. Per il resto, è nebbia fitta, a parte l’eventuale intesa Salvini-Berlusconi: intesa perdente, è il caso di dire, per la riduzione ai minini termini del centro, inghiottito da Renzi e in parte perfino dal movimento Cinquestelle.
Senza un vero centrodestra, la competizione elettorale rischia di diventare un duello tra Renzi e Grillo, con la destra terzo competitore a la cosiddetta area popolare rilevante solo nel sottrarre voti. I moderati italiani rischiano di contribuire ad alimentare la confusione politica, se non si decideranno ad individuare una guida capace e un programma che si richiami all’autentico popolarismo. Si può farlo, basta volerlo e pedalare.
Gian Paolo Vitale