Centurio. Il potere di Roma - John Stack

Creato il 13 aprile 2013 da La Stamberga Dei Lettori
I Contenuti
Da sempre, Roma persegue con determinazione e ferocia una strategia di espansione territoriale senza precedenti. E, dopo aver conquistato l’intero territorio italiano, la Spagna e la Macedonia, è ormai inevitabile lo scontro con la grande potenza che detiene il controllo del Mediterraneo: Cartagine. Tuttavia il Senato è consapevole dell’inferiorità romana nei confronti delle invincibili navi nemiche. Per avere almeno una possibilità di vittoria, è indispensabile creare dal nulla una flotta di dimensioni tali da tener testa ai cartaginesi. Un compito titanico, che ricade sulle spalle di Septimus. Appartenente a un’antica e nobile famiglia di soldati, il centurione si è messo in luce come abile stratega e carismatico condottiero, eppure lui non sa niente di combattimenti navali. E così è costretto a servirsi di Atticus, un esperto navigatore di origini greche. Con i cartaginesi che già tengono in ostaggio alcune legioni romane stanziate sulle coste siciliane, i due comandanti dovranno quindi allestire nel più breve tempo possibile una flotta efficiente e addestrare i legionari alla guerra in mare. Ma, ben presto, si renderanno conto che, tra le file del Senato, nel cuore stesso della Repubblica, si annidano interessi e ambizioni personali che rischiano di spianare la strada al nemico…
La Recensione
260 a.C. - siamo nel cuore della prima guerra punica. La Sicilia è terra di scontro tra Cartaginesi e Romani, prima vera prova della flotta marina della res publica.Questo il periodo storico scelto da John Stack per il suo romanzo. Un romanzo storico da manuale, tra invenzione e documentazione, dotato di una scrittura appropriata, densa di azione ma anche di pathos, approfondite descrizioni ma anche un'interessante caratterizzazione dei personaggi, che siano storici o inventati dall'autore.Il libro segue la vicenda della flotta navale romana, tra cui spicca l'Aquila: a bordo troviamo il comandante Septimus, incaricato di imbastire in pochi mesi - come realmente pare esser avvenuto - una flotta capace di contrastare il dominio marittimo di Cartagine, e Atticus, di origini greche, chiamato proprio per la sua ricca esperienza. Con la creazione di questi due personaggi John Stack ha voluto dare volto ai tanti uomini dimenticati dalla storia, e che pure hanno contribuito al corso degli eventi. Una scelta apprezzabile, originale, che mostra innanzitutto la capacità dell'autore di collocare personaggi del tutto inventati, con un background tutto da scrivere, in un contesto storico il più verosimile possibile, a fianco di nomi più noti e altisonanti. Interessanti le interazioni tra i due, soprattutto il gioco di specchi che rivela le mille sfumature dell'incontro culturale greco-romano. Su un altro piano, figure come i consoli rivali Gneo Cornelio Scipione e Gaio Duilio, da un lato, e il cartaginese Annibale Giscone, dall'altro. Per quanto la narrazione sembri abbastanza romanocentrica, l'autore non manca di dare spazio e dignità alla controparte cartaginese, elaborando un altro gioco di specchi, quello tra Scipione e Giscone. Il ritratto accurato e storicamente fondato di Scipione si colora di vivacità, e la sua ambizione trova espressione nel desiderio di ottenere l'agnomen Siciliano, per onorare il suo successo; peccato che all'indomani della sua pessima figura otterrà piuttosto un agnomen come Asina, a testimonianza del suo fallimento (a onor di cronaca rivelo che l'infamante nome non comportò una affrettata conclusione della sua carriera, che anzi progredì ulteriormente). Scorbutico, irascibile e oltremodo ambizioso: questo il ritratto di Scipione; non è da meno quello di Giscone, scelto da Stack come volto dell'arroganza di Cartagine, che si cullava infantilmente nel suo dominio dei mari - almeno, fino a quel momento.Inutile dire quanto appaia ben documentata l'opera: l'intero romanzo è intriso di termini romani, il più delle volte senza traduzione o spiegazione. Una scelta forse inusuale, ma che trovo soddisfacentemente audace: personalmente, ritengo un'intrusione le note didascaliche, e l'autore riesce a evitare il problema scegliendo termini la cui mancata traduzione, nel lettore occasionale, non causa alcuna perdita: unità di misura e termini militari resi in latino danno colore alla lettura, senza per questo rallentarla.Risultano invece eccessive le scene d'azione: esageratamente lunghe, iperrealistiche e ridondanti. I tentativi di dare vita sulla pagina a scene d'azione visualizzate come nei film spesso si rivelano fallimentari. Certo: si tratta di un romanzo storico fatto di scontri e battaglie navali - ma già dopo dieci pagine di azione, attacchi e quant'altro la tentazione è di sfogliare rapidamente le pagine restanti. Per eccesso di zelo, l'autore si perde negli infiniti movimenti di una nave e nel mare monstrum dei suoi tecnicismi: viene da esclamare, voglio leggere un romanzo storico, non un trattato di strategia militare!Malgrado questo inconveniente la lettura tiene, trascina il lettore attraverso i sotterfugi, gli inganni, i giochi di potere di Roma, lo porta dentro l'azione viva, dentro il Senato, tra le affollate strade di Roma antica, fino alla conclusione di una guerra che, come ben si sa, fu solo l'inizio.
Giudizio:+4stelle+
Articolo di Tancredi
Dettagli del libro
  • Titolo: Centurio. Il potere di Roma
  • Titolo originale: Masters of the Sea. Ship of Rome
  • Autore: John Stack
  • Traduttore: A. Zabini
  • Editore: TRE60
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: 
  • ISBN-13: 9788867020881
  • Pagine: 378
  • Formato - Prezzo: Rilegato - 9,90 Euro 


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