Nostalgia e illusione: borghi torti, quelli raccontati da Ambrogio, che legge il passato tra le crepe dei muri; borghi salvati dal caso, non dall'incuria; borghi innervati nel corpo di una Fidenza umida e medievale, dove un tempo, seggiola fuori dall'uscio, l'asino volava e si tirava tardi tra storie di amanti furtivi o di imprese impossibili, tanto impossibili da sembrare vere...
Oggi, è Babele e in quei borghi vivono fantasmi in cerca di identità; lì intorno anche imperatori, santi, martiri, animali fantastici e soldataglia, scolpiti nell'arenaria, ritorneranno polvere. Eppure, basterebbe scavare nella memoria di quest'angolo di mondo per ritrovare storie, storie da vivere e raccontare, magari nel dialetto salvato dalla impareggiabile Claretta. Invece, in tempo di facebook, nemmeno la parola trova il suo spazio: il saluto diventa fuggevole, la confidenza impossibile, l'amore disperato. E poi il resto: come di fronte alla vanità ferita, digeriamo tutto. Eppure, se terra buona per l'occhio e per il contadino la smettesse di concedersi ai replicanti di Franza e Spagna (sempre quelli, mai vecchi, sciancati o soltanto stanchi) si potrebbe dare ragioni alla politica, "la bella politica". Al contrario, per alcuni la politica è parcheggio dei loro egoismi dove il culto del progresso, la volontà di dominare, di lasciare un segno vistoso che sancisca il potere, o meglio, la stupidità del potere, è stile di vita. Un potere talmente impotente che, metaforicamente, innalza torri in posti sbagliati legittimando chi cerca di salvaguardare ogni minima cosa, anche cose di poco conto, perché questo è forse l'unico modo per non soccombere a chi ingabbia la natura togliendo spazio ai gesti quotidiani. <<Tutto tace al cuor mi parla>> e io qui a cercare il gesto, la forma... <<...e come San Giuseppe mi ritrovo a rotolare per le scale cercando un altro Egitto>> http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane